FREE FALL JAZZ

Dell’interesse per il jazz dell’attrice americana Molly Ringwald avevamo già parlato, e ora che il suo album d’esordio arriva finalmente nei negozi possiamo anche dire che la nostra intuizione non era sbagliata: alla base dell’operazione c’è tanta passione. Un amore che trapela anche dalla selezione dei brani, che tributano il great american songbook senza fare scelte troppo ovvie, anzi, andando a scandagliare in profondità evitando “i soliti noti”. Un labor of love, direbbero gli inglesi, e per questo tanta stima per Molly, anche se purtroppo i buoni propositi non si traducono automaticamente in buoni dischi. E qui arrivano le note dolenti. Non perché la Ringwald non sappia cantare, anzi: la sua voce nasale e a tratti “sottile” non riscriverà la storia, ma di certo si dimostra tranquilla e a proprio agio, assolvendo più che bene il compito. Il problema vero, semmai, è l’eccessiva morigeratezza dell’insieme: la scaletta privilegia le ballad o pezzi comunque dal basso potenziale ritmico.

Momenti degni di nota ce ne sono pure (l’interpretazione della sofferta ‘Ballad Of The Sad Young Men’ resta impressa), ma tenere alta la soglia d’attenzione per tutti i 45 minuti è impresa impossibile, si rischia paurosamente il colpo di sonno. Simpatico e poco più il lavoro di arrangiamento su ‘Don’t You’ dei Simple Minds (legata al suo grande successo cinematografico ‘The Breakfast Club’ e proposta come unica eccezione al grande libro a stelle e strisce), che si trasforma in un pop jazz pacato in linea con il resto del programma. Alla fine non è un caso che l’episodio migliore in assoluto sia anche quello più movimentato: la rilettura di ‘I Believe In You’, in origine nel musical ‘How To Succeed In Business Without Really Trying’, è infatti splendida ma lascia un po’ di rammarico, dimostrando che un po’ di varietà in più avrebbe fatto senz’altro bene. Poi se del groove non ve ne frega niente e da un disco di vocal jazz pretendete solo un sottofondo docile, rilassante e tutto sommato innocuo potreste pure aver trovato uno dei dischi della vostra vita. (Nico Toscani)

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