FREE FALL JAZZ

Yosvany Terry, sassofonista, è uno dei tanti espatriati cubani che si sono rilocati a New York per perseguire la carriera musicale – nel jazz, poi, che vanta una lunga e fruttuosa corrispondenza con la musica antillana e caraibica. E in effetti il gruppo di Yosvany Terry si dedica ad un post-bop evoluto e avvincente intriso di sonorità e ritmi cubani, come ci si può aspettare, ma allo stesso tempo ben lontano da triti esotismi da cartolina o sentimentalismo caramellato con la scusa della saudaaaaaanji e dell’alma latina (chi avesse sentito ‘Alma Adentro’ del comunque bravo Miguel Zenon sa cosa intendo). ‘Today’s Opinion’ vede confluire il gusto per la composizione complessa e strutturata di Woody Shaw con le sovrapposizioni metriche tribal/funk di Steve Coleman, principale influenza sul sax del leader assieme a Charlie Parker. La batteria del bravissimo Obed Calvaire e le percussioni di Pedro Martinez, assieme ad un bel pianoforte agile e percussivo (sullo stile del primo, e migliore, Chick Corea), danno vita ad una serie di potenti groove, robustissime basi per le evoluzioni mozzafiato di una frontline ben affiatata; oltre al leader troviamo infatti la tromba-rivelazione di Michael Rodriguez. Da ‘Summer Relief’, con ostinati vocali e alternanze di motivi post-bop e afrocuban in un crescendo esaltante, alla più metropolitana e asciutta ‘Contrapuntistico’, passando per l’elusiva, enigmatica ‘Inner Search’ (una sorta di funk astratto e sospeso) o la Coleman-meets-Henderson ‘Harlem Matenee’ dagli ingegnosi incastri ritmici su cui i due fiati fanno letteralmente faville, l’album si snoda come un magnifico esempio di modernissimo latin jazz urbano e cosmopolita, in questo senso vicino al bellissimo progetto Ninety Miles. Da segnalare la presenza di Gonzalo Rubalcaba, celebre expat cubano, alle tastiere di ‘Son Contemporaneo’.

In conclusione, uno dei più begli album dell’anno appena trascorso. Yosvany Terry è uno dei tanti talenti da tener d’occhio, e potendo contare su simili cavalli di razza, il futuro di questa musica non può essere così grigio, come tanti rompicoglioni amano blaterare in giro…
(Negrodeath)

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