FREE FALL JAZZ

Donald Edwards si era segnalato con merito un paio di anni fa, con la pubblicazione del magnifico ‘Evolution Of An Influenced Mind’. Si trattava di un album moderno ed evoluto, ricco di composizioni originali e varietà stilistica, ma sotto il segno della particolare visione del batterista, desideroso di tradurre in musica tutto ciò che lo ha influenzato. In questo senso, il nuovo disco è una continuazione perfetta del precedente, tanto dal punto di vista sonoro che concettuale: stavolta sono esaminati i passaggi cardine della vita, soprattutto per mezzo di una suite in sette parti che occupa la prima metà dell’opera. Il sestetto di ‘Evolution’ è confermato quasi interamente, quindi possiamo godere nuovamente delle complesse interazioni di Walter Smith III (sax), David Gilmore (chitarra) e Orrin Evans (piano), spinti in avanti dalla nervosa batteria del leader. Il tratto che più caratterizza il disco, comunque, è la maggior attenzione per l’orecchiabilità di fondo, tanto nei temi quanto negli assoli. Ci sono anche degli ospiti, come Nicholas Payton al piano elettrico e la cantante Vivian Sessoms. La suite si dispiega secondo un andamento narrativo, dove ogni pannello fa da preludio al successivo anticipandone in qualche modo suoni e atmosfere: nei tre brevi intermezzi (molto suggestivo ‘Hop Scotch’, dove la sabbiosa voce della Sessoms canta una specie di filastrocca su una liquida base hip-hop) e nei quattro brani più lunghi che ne esplorano le premesse, si fondono con naturalezza sonorità blues, soul, hip-hop e funk. Potremmo poi citare la bella versione di ‘Stablemates’, capace di unire spigoli monk-iani a calore soul, o il solenne spiritual ‘Thought For The Day’, ma come avrete capito stiamo parlando di un ottimo lp.
(Negrodeath)

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