FREE FALL JAZZ

roberto del piano's Articles

Fine anni ’70, la Sala Bossi a Bologna, luogo culto della musica “seria”, un manipolo di musicisti (e goliardi?) tra cui Edoardo “Dado” Ricci, Stefano Bartolini (ambedue continuatori del NEEM – Nuove Esperienze di Eresia Musicale), Riccardo Fassi (questa la sua prima registrazione), Filippo Monico, Paolino Della Porta e Roberto Del Piano (al sax tenore e soprano …ma va?), una registrazione quasi interamente dal vivo (!) e un’etichetta alternativa (la Materiale Sonori: come poteva non esserlo?). Frullate tutto, aggiungetevi un po’ di Art Ensemble Of Chicago, testi dadaisti, Jingle pubblicitari, ritornelli ironici, musica bandistica (dovuta forse alla presenza di musicisti non prof) e forse capirete che sonorità escono. Ma non basta, perchè NEEM non era solo un gruppo da ascoltare, ma anche da vedere, d’altronde la presenza sulla copertina della scritta “TEA TRAZZ” (che starebbe per “teatro jazz”), qualche indicazione pur la dava! Sul palco poi, stando alle parole di Roberto Del Piano – che ringrazio di avermi inviato i file di questo introvabile vinile – c’erano anche giocolieri, mangiafuoco… (Continua a leggere)

I tre “zii”, sono musicisti che da anni portano avanti un discorso sulla musica improvvisata, non solo di derivazione jazzistica, con l’aiuto dell’etichetta Setola Di Maiale, che “… è un network ed etichetta radicale che coinvolge musicisti indipendenti — per la maggior parte improvvisatori — lontani dalle regole del mercato musicale, più o meno ufficiale.  Lo scopo principale è cercare di colmare un’esigenza molto diffusa nella comunità dei musicisti sperimentali, cioè quella di dare corpo e continuità alle musiche creative prodotte eminentemente nel nostro paese, autoproducendo lavori che per mancanza di opportunità discografiche, o per limitate disponibilità economiche degli stessi artisti, andrebbero perduti”. In altre parole, lo scopo dell’etichetta è quello di mantenere una documentazione della ricerca e dello sviluppo della musica improvvisata italiana. Come facile da intuire, la  proposta nel catalogo non è da ampie platee, ma negli anni ha conquistato una buona fetta di estimatori, soprattutto all’estero, dove l’apertura verso le “altre musiche” è sempre stata maggiore. (Continua a leggere)