I tre “zii”, sono musicisti che da anni portano avanti un discorso sulla musica improvvisata, non solo di derivazione jazzistica, con l’aiuto dell’etichetta Setola Di Maiale, che “… è un network ed etichetta radicale che coinvolge musicisti indipendenti — per la maggior parte improvvisatori — lontani dalle regole del mercato musicale, più o meno ufficiale.  Lo scopo principale è cercare di colmare un’esigenza molto diffusa nella comunità dei musicisti sperimentali, cioè quella di dare corpo e continuità alle musiche creative prodotte eminentemente nel nostro paese, autoproducendo lavori che per mancanza di opportunità discografiche, o per limitate disponibilità economiche degli stessi artisti, andrebbero perduti”. In altre parole, lo scopo dell’etichetta è quello di mantenere una documentazione della ricerca e dello sviluppo della musica improvvisata italiana. Come facile da intuire, la  proposta nel catalogo non è da ampie platee, ma negli anni ha conquistato una buona fetta di estimatori, soprattutto all’estero, dove l’apertura verso le “altre musiche” è sempre stata maggiore. Altra ragione è che tutta la produzione del catalogo è fatta da musicisti “veri”, non da bluff, che suonano e lo fanno bene. E questo è quello che emerge fin dalle prime note di questo disco. Le sei tracce sono costruite in maniera totalmente improvvisata, ma l’affiatamento che esiste tra i tre è sorprendente, tanto da pensare a una sorta di traccia di partenza o almeno un piccolo canovaccio da seguire. Non me ne vogliano gli altri due zii, che conosco meglio (Del Piano con Idea Trio di  Liguori e Magliocchi con i lavori con Ottaviano), ma la grande sorpresa è stata Matthias Boss: con il suo violino, quasi sempre protagonista delle tracce, ricama e sottolinea in maniera puntuale l’intervento dei due compagni. Magliocchi con le sue percussioni sviluppa un tappeto sonoro ideale, mi ricorda un po’ Tony Oxley, mentre il basso elettrico di Zio Ciccio, a tratti percussivo, crea un raddoppio con la batteria molto efficace. Musica di avanguardia post free che non ha nulla da invidiare con ben più osannati improvvisatori d’oltre manica, che riprende e sviluppa un discorso iniziato in Italia 30 anni fa. L’ora che passerete ad ascoltare questo CD vi darà la possibilità di ricredervi, e molto, sulla musica improvvisata. (Maurizio Zorzi)