FREE FALL JAZZ

Chris Massey's Articles

‘Vibrainium’ aveva suscitato ottime impressioni, mettendo il giovane Chris Massey sulla lista dei musicisti da tenere d’occhio. ‘Whosoever’, tre anni dopo, vede una formazione completamente rinnovata ed un sound complessivo più eclettico, forse persino più moderno. Al solito troviamo un po’ di brani originali del batterista e una serie di composizioni altrui, scelte con grande cura e interpretate in maniera mai scontata. Prendiamo ‘Crooked Creek’: è un brano di Jon Cowheard, pianista dell’ottima band di Brian Blade. In questa versione il pezzo conserva i suoi tratti melodici quasi folk e le figure ritmiche minimaliste, esplorandoli però in chiave post-bop, con eccellenti armonizzazioni dei fiati e un bellissimo intervento al soprano di Adam Larson. (Continua a leggere)

Anno nuovo, band nuova. Nell’attesa di ascoltare e recensire il nuovissimo album di Chris Massey, ‘Whosoever’, ci ascoltiamo la poderosa ‘Galactus’ (tratta dal precedente, ottimo ‘Vibraiunium’) dal vivo, con una formazione completamente rinnovata. Allacciate le cinture!



A molti piace denigrare tutto ciò che sia mainstream jazz, cioè quella corrente radicata nell’hard bop e che si è sviluppata accogliendo al suo interno, con la giusta misura, i frutti della musica nata dopo e attorno – dal free jazz al funk al soul passando per la composizione orchestrale, alla perenne ricerca dell’equilibrio fra scrittura sempre più evoluta e improvvisazione. È la corrente principale, il jazz per eccellenza ancora oggi, e sapete una cosa? È bello e vanta un foltissimo numero di praticanti, quasi sempre di altissimo livello. E di debutti eccellenti abbiamo perso il conto. Dopo questa introduzione a base di polemica gratuita, aggiungiamo al novero delle brillanti promesse Chris Massey, giovane batterista che risponde con simpatia e dovizia di particolari alle nostre domande. Tutti i particolari e i retroscena dell’ottimo ‘Vibrainium’, sulla vita del musicista e sul business visto da dentro vi aspet… anzi, no, leggete. (Continua a leggere)

Il vibranio, nell’universo dei fumetti Marvel, è la rara lega metallica di eccezionale forza con cui è stato forgiato lo scudo di Capitan America. Un gioco di parole fra ‘vibranium’ e ‘brain’ fa indubbiamente simpatia, così come aprire l’album con un brano intitolato ‘Galactus’: vuoi vedere che Chris Massey, batterista newyorkese sui trenta, è un appassionato di fumetti, fantascienza, videogiochi etc, oltre che di jazz? In effetti è così, ma ne parleremo in un’intervista prossima ventura.

La musica di Chris Massey è nel segno di Art Blakey e del suo modo, vulcanico e irruento, di impostare e condurre il discorso musicale. Quella batteria, vero e proprio scheletro portante delle intricate composizioni, parla chiaro: guida il quintetto con mano sicura e ne determina lo spazio sonoro con precisione geometrica, permettendo agli altri di contribuire all’interno di una struttura complessa e ben controllata. Grandi protagonisti, oltre ai tamburi di Chris, gli agili intrecci dei bravissimi Donald Malloy (tromba) e Benjamin Drazen (sax contralto e soprano): l’intesa dei due fiati, spesso impegnati in complessi contrappunti e rapidi scambi di frasi melodiche, costituisce un altro grande punto di forza del quintetto. (Continua a leggere)