‘Vibrainium’ aveva suscitato ottime impressioni, mettendo il giovane Chris Massey sulla lista dei musicisti da tenere d’occhio. ‘Whosoever’, tre anni dopo, vede una formazione completamente rinnovata ed un sound complessivo più eclettico, forse persino più moderno. Al solito troviamo un po’ di brani originali del batterista e una serie di composizioni altrui, scelte con grande cura e interpretate in maniera mai scontata. Prendiamo ‘Crooked Creek’: è un brano di Jon Cowheard, pianista dell’ottima band di Brian Blade. In questa versione il pezzo conserva i suoi tratti melodici quasi folk e le figure ritmiche minimaliste, esplorandoli però in chiave post-bop, con eccellenti armonizzazioni dei fiati e un bellissimo intervento al soprano di Adam Larson. ‘Giant Steps’, affrontata in trio sax-contrabbasso-batteria, rallenta e si falda progressivamente. Molto belle pure una versione davvero fresca e coinvolgente di ‘Old Devil Moon’, con tromba e sax che si inseguono alternando attente sortite ‘out’ (sax) ad espressive elaborazioni melodiche (tromba), e ‘Return Of The Jitney Man’ di Jeff ‘Tain’ Watts, proposta in una versione energica e spigolosa in quartetto pianoless. Gli originali di Massey, come la title track o ‘Warriors Three’, attraversano il post bop evoluto di Branford Marsalis e, di nuovo, Jeff ‘Tain’ Watts catturandone l’energia e la sottigliezza: la prima è un brano trascinante dal tema quasi latino, la seconda un pezzo romantico con ampio spazio il contrabbasso di Chris Talio che stimola e insegue gli altri strumenti con efficaci contromelodie. E poi c’è la bellissima ‘Onyx Guardian’, dal beat hip-hop e dal tema tinto di r’n'b. Un programma molto vario, quindi, unificato dai sapienti arrangiamenti del leader e completato dagli eccellenti assolo della sua nuova band.

Senza bisogno di reinventare la ruota, Chris Massey prosegue la sua carriera nel segno di Blakey e Watts con un nuovo album di post-bop intenso ed emozionante, classico e allo stesso tempo moderno e attuale. Così ci piace!
(Negrodeath)

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