FREE FALL JAZZ

“Bags”, come sappiamo, è il nomignolo affibbiato a Jackson per via delle borse sotto gli occhi, una “bean bag” è una sacca riempita di fagioli secchi… chi sarà mai il “Bean” della situazione? Ma ovviamente Coleman Hawkins! Scemenze a parte, “Bean Bags” fa parte della lunga serie di album incisi da Milt Jackson su Atlantic. Accompagnati da una formazione deluxe (Tommy Flanagan al piano, Kenny Burrell alla chitarra, Eddie Jones al contrabbasso, Connie Kay alla batteria), Bean e Bags affrontano sei brani sovrapponendo due diverse generazioni di jazz. Hawkins e Jones infatti sono musicisti dell’era dello swing, mentre gli altri sono emersi negli anni del bebop: quello che ne esce fuori, se vogliamo, ricorda quel fertilissimo periodo di quindici anni prima in cui Coleman Hawkins stesso, alla guida di piccole formazioni composte da quei musicisti che di lì a poco avrebbero sconvolto le acque, innervava il classico di una tensione nuova. “Bean Bags” lascia ampio spazio alle voci dei due leader, ma sono ottimi pure i contributi di tutti gli altri, in particolare Flanagan e Burrell che interagiscono volentieri con Jackson variando costantemente la grana dell’accompagnamento. Tutti e tre, fra le altre cose, si preoccupano di dare una connotazione blues pure a quei brani che in origine non lo erano affatto. ‘Stuffy’, dal passo quasi rhythm’n'blues, ‘Sandra’s Blues’, un lento che valorizza l’Hawkins più sensuale e melodico, e una dinamica versione di ‘Close Your Eyes’ sono solo alcuni dei momenti che ci piace citare.

Come spesso succede, non necessariamente bisogna stare sul pezzo e incaponirsi sull’avanguardismo un tanto al chilo per ascoltare grande musica. ‘Bean Bags’ ne è la prova – temi di valore e intesa fra musicisti di altissimo livello, e il disco viene da solo…
(Negrodeath)

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