FREE FALL JAZZ

Da un’idea della nostra Dinahrose, inauguriamo oggi una nuova rubrica dalla cadenza regolarmente variabile (insomma, ormai ci conoscete). Oggetto della suddetta saranno i volumi, quelli misurati in pagine piuttosto che decibel, imparentati in maniera più o meno diretta con la “nostra” musica. Senza andare (ancora) a pescare chissà quale tomo dimenticato da tutti i cataloghi, dedichiamo questa prima puntata a un titolo acquistabile senza patemi in tutte le librerie. In realtà,nel caso specifico, da leggere c’è davvero poco: ‘A memoria di jazz’ è infatti un lavoro soprattutto fotografico. Hervé Gloaguen, il suo autore, è un fotogiornalista francese appassionato di musica, che ha avuto la fortuna di svolgere la sua gavetta, tra Parigi e New Orleans, negli anni ’60, periodo che gli ha permesso di assistere dal vivo, pellicola alla mano, alle esibizioni di praticamente tutti i più grandi interpreti di jazz. Oggi sessanta (numero a caso?) di quegli scatti sono raccolti in questo volumetto rigorosamente in bianco e nero e assolutamente spettacolare a vedersi: formato A5 (circa), copertina rigida, carta patinata di ottimo spessore.

Il periodo cruciale ha permesso all’autore di incrociare musicisti appartenenti a generazioni musicali differenti, e dunque tramite i personaggi raffigurati risulta possibile ripercorrere, seppure a grandi linee, la storia e l’evoluzione di un intero genere: da veterani come Ellington, Basie e Armstrong fino ai vari Ornette Coleman, Don Cherry e Cecil Taylor, all’epoca poco più che esordienti. Senza dimenticare le grandi voci (Ella, Ray Charles) né i grandi strumentisti (Philly Joe Jones, Cannnonball Adderley, Elvin Jones), i giganti del bop (Gillespie, Blakey, Rollins) e ovviamente gli immancabili Miles Davis e John Coltrane. Le immagini sono sporadicamente intervallate da dichiarazioni d’epoca di molti dei protagonisti: stralci d’interviste, note di copertina e scritti vari; ma il vero valore aggiunto resta la breve introduzione dell’autore, che in neanche tre paginette riesce a rendere in maniera così vivida l’atmosfera che si respirava nei club di quell’epoca, tra un Cannonball che si sistema il papillon allo specchio e un Elvin che inchioda la batteria alle assi del palco. Un’atmosfera su cui la maggior parte di noi appassionati, per motivi logistici o anagrafici, ha potuto solo fantasticare. E, per fortuna, di carburante per le fantasie ce n’è a bizzeffe tra queste pagine. Imperdibile. (Nico Toscani)

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