FREE FALL JAZZ

La formazione dell’organ-trio è stata popolarissima negli anni ’60, anzi, fu un cardine del soul jazz. Il modello principe era sax, organo e batteria, ma pure con la chitarra al posto del sax gli esempi non mancano. Questa premessa per dire che, scorrendo la formazione degli anglo-norvegesi Insterstate (Roy Powell all’hammond, Jacob Young alla chitarra e Jarle Vespestad alla batteria), potremmo pensare ad un riedizione moderna di detti trii, ma ci sbaglieremmo. Perché, strumenti a parte, siamo più dalle parti di un jazz-blues-rock, peraltro pregevole e inventivo. La componente jazz si avverte soprattutto nell’elasticità ritmica, grazie ad un batterista davvero dinamico e versatile, mentre la chitarra tende più verso un suono roccioso e rock: Young sintetizza bene le lezioni di John McLaughlin, Frank Zappa, Eddie Hazel e Mike Bloomfield. L’organo infine aggiunge un carattere psichedelico, funk e soul, a tratti vicino a Larry Young (su ‘Alexa’ in particolare). I brani hanno tutti temi orecchiabili sviluppati con intelligenza e calore, una serie di jam coinvolgenti e fluide. Si segnalano il blues plaudoso di ‘Doozy Mugwump Blues’, l’esplicito zappismo di ‘Frank’ll Fix It’ e il ritmo swingato di ‘Alpha Dog’.

Curioso come un disco simile sia uscito dalle mani di gente che ha inciso pure su ECM e ha collaborato con gli insopportabili Supersilent. ‘Arise’ è un ottimo esempio di jazz rock che può piacere un po’ a tutti, legato agli anni ’70 ma attualissimo nei suoni e nell’esecuzione.(Negrodeath)

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