FREE FALL JAZZ

Ebbene sì: non ero mai riuscito a vedere Brötzmann da vivo! Nonostante i numerosi dischi ascoltati, l’approccio live mi mancava. E cosa emerge da questo concerto? Sicuramente il flusso sonoro, direi quasi granitico, è la sua caratteristica conosciuta fin dall’inizio della carriera; ‘Machine Gun’ (1968) ne è l’esempio lampante, ma attualmente viene integrato ad un lirismo sconosciuto. Sicuramente il background culturale, e aggiungiamo anche una maturazione anagrafica, riescono a creare un sound che va al di là di un free “soffiato e urlato”. Se l’esempio di ‘Machine Gun’ poteva risultare certe volte irritante, il set al Teatro Fondamenta Nuove è scivolato con una naturalezza impensabile.  La potenza del suono, o di fuoco, è sempre al massimo, ma all’interno si colgono sequenze espressive che riempiono spazi e vuoti in maniera magistrale, arrivando anche a momenti molto riflessivi ed intimistici. Ci sono echi di blues e anche di ballad (!), dunque non solo volume, ed è questo che lo porta ad essere il massimo rappresentante della musica improvvisata europea. Nonostante i suoi 72 anni, non ho trovato nel set un solo momento di cedimento della voce, grazie forse all’impulso percussivo energetico di Nilssen-Love, che riesce sempre ad attizzare la fiammella, ma sempre senza strafare. Grazie all’utilizzo dei diversi strumenti, il duo riesce a creare diversi livelli di emozioni e ricordi: al sax gli echi del free, al clarino e al tarogato echi folcloristici, il tutto sempre con la spinta percussiva del batterista. Nella parte finale anche l’accenno ad uno standard – poteva essere ‘Body And Soul’? – non diventa una citazione ironica o gigionesca, ma parte integrante del viaggio sonoro. Un grande concerto, dunque, forse tra i più belli a cui abbia assistito. Applausi scoscianti e pubblico entusiasta.
(Maurizio Zorzi)

Altre foto del concerto a questo link.

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