Ebbene sì: non ero mai riuscito a vedere Brötzmann da vivo! Nonostante i numerosi dischi ascoltati, l’approccio live mi mancava. E cosa emerge da questo concerto? Sicuramente il flusso sonoro, direi quasi granitico, è la sua caratteristica conosciuta fin dall’inizio della carriera; ‘Machine Gun’ (1968) ne è l’esempio lampante, ma attualmente viene integrato ad un lirismo sconosciuto. Sicuramente il background culturale, e aggiungiamo anche una maturazione anagrafica, riescono a creare un sound che va al di là di un free “soffiato e urlato”. Se l’esempio di ‘Machine Gun’ poteva risultare certe volte irritante, il set al Teatro Fondamenta Nuove è scivolato con una naturalezza impensabile.  La potenza del suono, o di fuoco, è sempre al massimo, ma all’interno si colgono sequenze espressive che riempiono spazi e vuoti in maniera magistrale, arrivando anche a momenti molto riflessivi ed intimistici. (Continua a leggere)
Innanzitutto, perché andare a Cerkno? Semplice: per vedere i posti dove si possono sentire nomi che in Italia fanno fatica a venire, tranne per l’entusiasmo di pochi (vedi Area Sismica a Forlì). Qui si ritorna al solito discorso sulla musica jazz in Italia: poche novità , pochi rischi e cartelloni zeppi dei “soliti noti”. Anche se non è questa la sede, il fatto di ribadire queste considerazioni speriamo che porti, nel tempo, goccia dopo goccia, a considerare dei cambiamenti nelle proposte sia su rassegne che club. Certo, l’amico Bostijan, che gestisce oltre alla direzione artistica del Bar Gabrijel, dove si svolgono i concerti, che la rassegna estiva, ha sicuramente degli aiuti, ma la voglia di proporre novità è tanta. I musicisti, accolti come amici,  vengono più che volentieri, e anche se il luogo non è il più idoneo per la musica (vedi foto) suonano al massimo, come appunto in questo concerto dei Lean Left, davanti forse a 50 persone, con una rappresentanza di una decina di italiani.