FREE FALL JAZZ

Non alle nostre assistenti di redazione, che potete ammirare qui sopra in posa natalizia, ma ai box set della Sony. Ce n’è un po’ per tutti i gusti, dal cantautorato ombroso di Leonard Cohen al pomp rock dei Kansas passando per John Denver e gli Earth Wind & Fire. E c’è naturalmente un bel po’ di jazz. Oggi vi segnaliamo quelli che, a nostro insindacabile, e di conseguenza da prendere per oro colato, giudizio, sono i più meritevoli d’attenzione. Ovviamente, questi box raccolgono le uscite Sony dei musicisti in esame, non incazzatevi se poi dopo aver speso millemila euri non trovate ‘A Swingin’ Affair’, ‘Speak No Evil’ o ‘Walkin”.

Importante: non andate nei negozi, perché sono in vendita SOLO SU INTERNET. E ora, via, after the jump, 1,2,3…

- Billy Holiday: tutte le sue incisioni per Columbia, nonché per le varie etichette sussidiarie/acquisite (Brunswick, Vocalion, etc). Per voi se questa roba vi manca, oppure per la vostra cuggggina che vi rompe le palle con Adele tutto il giorno. Così magari scopre pure Basie e Lester Young. E magari pure voi, caproni.

- Dave Brubeck: il buon Dave è un altro pilastro della musica, nostra e non, che per anni è stato oggetto dei peggior vituperii da parte della cvitica, colpevole essenzialmente di essere bianco, un po’ nerd e poco casinista. Il suo corpus musicale intero esce dai confini del jazz per lambire la musica sacra e l’americana, ma il box set si concentra sul suo epico quartetto. Regalo perfetto per chi riduce tutto a ‘Take Five’, ma anche a chi rompe le palle con Keith Jarrett ogni tre per due.

- Paul Desmond: lo storico sodale di Dave Brubeck ha avuto la sua bella carriera solista, all’insegna di uno stile allusivo e aggraziato, mai privo di un discreto humor. Bossanova, quartetto classico, accompagnamento orchestrale: in questo box sentiamo Desmond dare il meglio in tre diversi contesti. Un artista che meriterebbe maggior considerazione.

- Wynton Marsalis: amato e odiato in egual misura, Wynton Marsalis è nondimeno un pezzo importantissimo della storia del jazz, e ci vorrà ancora molto prima che la sua portata venga compresa del tutto. In particolare da quelle persone che passano il tempo a parlarne male senza averlo mai ascoltato davvero. Il box comprende la serie di album ‘Swinging Into The 21st Century’ in cui brillano le suite ‘Marciac’ e ‘Big Train’, gli opulenti banchetti di americana ‘Reeltime’ e ‘All Rise’, il balletto ‘Sweet Release’ e originali composizioni da camera come ‘At Octoroons Ball’ e ‘A Fiddler’s Tale’.

- Miles Davis: la tentazione era di ometterlo, perché Davis è uno dei grandi iniziatori al jazz e difficilmente la casa di un appassionato non ha almeno due terzi del materiale compreso qui dentro. Che poi è la parte più massiccia della sua produzione, da ‘Round Midnight’ fino a ‘Star People’ o qualche altra fetenzia simile, con in mezzo live e libri e dvd etc etc. Visto il prezzo, ci vuole una dose di feticismo non comune.

- Nina Simone: in italiano viene spesso pronunciato “Ninasimòne”, come se il suo cognome fosse uguale al nome di Cristicchi. Sigh. Ciò non toglie che l’eclettica, straordinaria ed enigmatica cantante sia un vero pilastro e che questo box le renda davvero giustizia. Ora più che mai in tempi di grandi contraffazioni canterine pseudojazzate.

- Woody Shaw: il suo nome è sinonimo, quasi sempre, di mostruose capacità di trombettista. E giustamente, ci mancherebbe. Tuttavia sarebbe ora di riconoscere il ruolo importantissimo di questo artista, che navigò gli anni ’70 tenendosi alla larga dalle paludi degli ultimi riflussi free e dal letame fusion per coniare il mainstream jazz moderno. Questo box è un’ottima occasione per fare ammenda. Perché tanto lo so che avete tutti i dischi riccardoni del Davis anni ’80 e niente di Woody, lo so.

- Dexter Gordon: quasi tutti conoscono i suoi dischi Prestige e Blue Note, nonché il suo ruolo nell’adattare il bebop al sax tenore. Molti meno si preoccupano della produzione di Long Tall Dexter dei ’70 e ’80, che invece, guarda un po’, è sempre strepitosa. In quegli anni ormai era una vecchia gloria che continuava a suonare alla sua maniera, senza l’accompagnamento di insipidi scandinavi ma, finalmente, di nuovo con musicisti americani. Tradotto, significa il miglior sax mai sentito manna dal cielo.

Come bonus track consiglierei il box di Aretha Franklin. E il resto? Beh, è scientificamente dimostrato che non si può trarre alcun giovamento da Weather Report, Return To Forever e Mahavishnu Orchestra, se non come vaccino. Il box di Wayne Shorter contiene gli album peggiori della sua carriera. Quello di Stan Getz presenta il buon ‘Captain Marvel’ e altri dischi che ne sembrano la riedizione in tono minore. Gli altri sono off topic, eccheccazzo!
(Negrodeath)

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