FREE FALL JAZZ

L’arpa è associata, nell’immaginario comune, a sonorità eteree e musica da camera, anche per sue caratteristiche fisiche e sonore. L’arpa nel jazz poi presenta una casistica talmente ridotta da non avere una cospicua tradizione di riferimento. Il terreno è libero, l’edificio tutto da costruire, fatte salve le fondamente edificate da Dorothy Ashby ed Alice Coltrane ai tempi. Brandee Younger, di cui ci siamo già occupati in occasione dell’ottimo esordio registrato dal vivo, è tornata con ‘Wax & Wane’ proprio per calare il suo strumento nella realtà contemporanea di questa musica – a partire dal vasto arcipelago black. Molti saranno sorpresi all’idea di un disco tanto intriso di funk e hip-hop e ben lontano da compunto camerismo o composizioni avanguardistiche; la Younger tuttavia riesce a far swingare il suo strumento sui possenti groove (degli di un disco di James Brown o, perché no, di D’Angelo) della sezione ritmica, dove si distingue il basso elettrico di Dezron Douglas. La chitarra acidula di Mark Whitfield tesse una trama pulsante di riff funk stile Eddie Hazel, sax tenore (Chelsea Baratz) e flauto (Ann Drummond) completano la frontline assieme alla leader per un suono d’insieme allo stesso tempo modernissimo e retrò: il flauto in particolare rimanda a certo esotismo anni ’70, proiettato però nel presente grazie ai suoni, all’energia e alla grande concretezza dell’arrangiamento, che concentra gli sforzi solisti all’interno di brani di breve durata, per una mezz’ora complessiva estremamente coinvolgente. Da tenere d’occhio!
(Negrodeath)

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