FREE FALL JAZZ


“Quale musica può rappresentare il mondo contemporaneo? Senza dubbio dovrebbe essere una musica moderna, una musica che affonda le sue radici nella realtà quotidiana, che rende conto dei rivolgimenti sociali e del fatto che la gran massa del pubblico non sa che farsene della musica. Nello stesso tempo dovrebbe anche — come ogni verità — avere qualcosa di sensazionale, e a tal fine basterebbe che questa musica non fosse falsa, come lo è invece quella che circola ora nella vita culturale, che impone al pubblico falsi sentimenti e relazioni, e costituisce un perenne ostacolo ai rapporti fra l’uomo e il suo tempo”. (Fred K. Prieberg, Musica Ex Machina, Berlino, 1960)

Questa domanda, posta all’apertura del sito di Setola di Maiale, è anche parte del manifesto estetico di Stefano Giust e Paolo De Piaggi, menti dell’etichetta nata nel 1993 dalla loro necessità di creare musica non vincolata alle logiche di mercato, nonché per dare la possibilità ad artisti al di fuori del circuito “istituzionale” della musica di dare corpo alle proprie ricerche non disperdendo il lavoro fatto. Eh sì, perché Setola non riguarda solo i musicisti di estrazione prevalentemente jazzistica, ma anche della musica contemporanea nell’accezione più ampia del termine, come evidenziato nella pagina web di apertura: musica improvvisata, sperimentale, elettronica. Mi viene in mente solo un’altra etichetta che, coraggiosamente, negli anni ’70 propose un catalogo così impegnativo: la ICTUS di Andrea Centazzo. Forse quelli erano altri anni, in cui la musica “creativa” e improvvisata era molto più cercata e richiesta, al contrario di oggi. Quindi, un ulteriore merito per Setola Di Maiale. Sfogliando gli oltre 200 titoli risaltano nomi importanti, eviterò di citarli per non fare torto a nessuno, ma vorrei evidenziare anche la presenza di musicisti stranieri, a sostegno della bontà di queste idee e progetti. Certo, la possibilità di grossa diffusione di queste musiche non è il fine ultimo: Stefano Giust, rimasto unico fondatore, ritiene che la definizione corretta per Setola Di Maiale non sia etichetta ma “è piuttosto un laboratorio/archivio di libera coagulazione che opera nella più totale libertà creativa e gestionale, il cui intento è documentare e diffondere musiche d’avanguardia”.
Programma che ha portato Setola e i suoi “setolari” a alla 48ma Biennale di Venezia e a collaborare con il London Musician’s Colletictive. Concludo – e qui sicuramente mi fischieranno le orecchie! – indicando qualche titolo molto interessante, che incontra le mie concezioni musicali: il Re:Start di Falascone, Braida e Monico; One Hour With The Three Uncles di Magliocchi, Boss e Del Piano; TAG Trio di Miura, Demey e Volquartz e… chi ha la mente e le orecchie aperte potrà scoprire molte altre cose interessanti! Buon compleanno a Setola e ai suoi setolari: alla prossima festa, che sia di musica per tutti!
(Maurizio Zorzi)

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