FREE FALL JAZZ

Ai più attenti il nome Noise Of Trouble farà illuminare la classica lampadina sopra la testa, riportando alla mente l’omonimo disco dei seminali Last Exit, poker di terroristi sonori ben noti in ambito free jazz (Sharrock, Brotzmann, Laswell, Ronald Shannon Jackson). Dietro l’esplicito tributo si nasconde un quartetto di musicisti capitolini già abbastanza attivi, chi più chi meno, in ambito underground (il più noto è forse il sassofonista e clarinettista Marco Colonna).

Rispetto ai numi tutelari di cui sopra, i nostri si distinguono per un’importante differenza: barattano la chitarra per un ulteriore fiatista. Proprio l’ampissima varietà di questi ultimi strumenti caratterizza l’esordio ‘The Bloody Route – From The Country Where Women Are Older Than God’: Colonna e il partner in crime Claudio Martini si cimentano infatti anche con ance inusuali come sopranino, fagotto e clarinetto soprano, che si rivelano fondamentali per le sfumature assai composite del disco. Anzi, dei dischi: l’album è infatti un doppio (12 brani per circa 90 minuti di musica), la cui divisione sembra voler in qualche modo sottolineare differenze stilistiche abbastanza nette.

La prima parte è quella più ostica e fragorosa, figlia dei vari Weasel Walter e John Zorn, dai cui progetti viene mutuato anche l’amore per ritmiche di stampo hardcore e metal, tanto che il batterista Cristian Lombardi più di una volta parte per la tangente con la doppia cassa. Il suono dei sax a tratti è molto europeo, imparentato oltre che col citato Brotzmann anche con Evan Parker, e l’insieme, nei frangenti più “rock”, rimanda ai nostrani Zu. Momenti migliori sono senz’altro quelli più atipici e personali come ‘Slave Of Western Weakness’, che parte addirittura con un abbozzo di melodia, o la successiva, atmosferica ‘Future In The Past’, che cambia le carte in tavola e sembra uscire da una colonna sonora di Badalamenti (gli strumentali di ‘Lost Highway’?) o dai migliori Bohren & Der Club Of Gore. Si tratta di un piccolo anticipo: il secondo disco spinge infatti in quest’ultima direzione e nel contempo sviluppa una sorta di free jazz “da camera”, a tratti memore, complice anche l’uso dei clarinetti, del Jimmy Giuffre di ‘Free Fall’.

Viene da chiedersi in che direzione decideranno i proseguire, ma la risposta probabilmente è tutte e nessuna: ‘The Bloody Route’ suona infatti come il punto di partenza per un gruppo di musicisti che non sembra avere affatto voglia di percorrere troppo a lungo lo stesso sentiero. Bene così: gli amanti del free più rumoroso e del rock più avanguardistico diano tranquillamente una possibilità. Tra l’altro il disco fisicamente non esiste: è scaricabile gratuitamente dal sito dei Noise Of Trouble. Un motivo in più. (Nico Toscani)

 

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