FREE FALL JAZZ

JD Allen è una delle promesse mantenute del sassofono. Ad una carriera da sideman fitta di impegni e successi (Russell Gunn, Eric Revis, Gerald Cleaver, Jeremy Pelt sono solo alcuni dei suoi datori di lavoro presenti e passati) si aggiunge in parallelo una serie di pubblicazioni a nome proprio di grande qualità. Negli ultimi anni JD ha consolidato la sua predilezione per il formato del trio sax-basso-batteria: ‘Victory!’, terzo capitolo della serie, realizzato sempre coi fidati Gregg August (basso) e Rudy Royston (batteria), non mostra un attimo di cedimento.

Al solito, stringatezza e concisione sono il credo di questo gruppo, i cui brani raramente superano i tre minuti di durata per un album di trentacinque totali. La title track, perfetto biglietto da visita, apre le danze con solennità coltraneiana (viene in mente ‘Naima’), esponendo un tema che viene poi esplorato e analizzato durante l’improvvisazione secondo la prassi di Sonny Rollins; Allen però non è mai fluviale, suona in modo discreto e quasi signorile, con un lieve vibrato che si fa percepire dopo qualche ascolto. Il suo fraseggio è fatto di sentenze brevi e compiute in rapida sequenza, tutte parti indispensabili di un discorso ben articolato. Basso e batteria si ricavano i propri spazi, a volte contrappuntando il leader, altre stendendogli sotto i piedi l’indispensabile magma di accenti, tensioni e distensioni. Il suono del trio è corposo e solido, ma ogni strumento ha il suo spazio e la sua autonomia. E ‘Victory!’ esplora una diversa idea per brano con questo stile austero ed elegante, ben incarnato dalla copertina. Ecco il fluido andamento, un po’ latino, di ‘The Pilot’s Compass’, lo scheletrico blues di ‘Recapitulation’, il groove potente di ‘The Hungry Eye’, le sonorità enigmatiche di ‘Philippe Petit’, vicina al mondo sonoro di Alice Coltrane (e August suona con l’archetto): in ognuna di esse il trio esamina vari aspetti della musica nera col blues sempre sullo sfondo, distillando solo il minimo indispensabile per farsi capire.

Intelligente ed equilibrato, il trio di JD Allen è una solida realtà odierna. E ci garba, come ogni bel discorso asciutto e dritto al punto, senza fronzoli nè ghirigori.
(Negrodeath)

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