Perché raccomandare un libro uscito oltre 40 anni fa?. Semplice perché in una qualsiasi libreria jazz questo è ancora un valido strumento di studio sulla situazione che c’era (o che c’è ancora) del jazz in Italia. Inoltre il taglio con il quale è stato scritto , come testimone e non come critico, da parte di Cogno dimostra ancora una freschezza che molti dei libri attuali sul jazz non hanno. E’ semplice, diretto va al cuore delle cose. “È un racconto giornalistico formato dalle testimonianze di musicisti, critici, attori, studenti, tutte le piastre di un mosaico alternante in modo solo apparentemente casuale, una sequenza che del jazz ha il ritmo e la visceralità”. Nel libro di Cogno i protagonisti coprono uno spettro vario ed ampio delle tendenze musicali del 1970: Enrico Intra, Giorgio Gaslini, Eraldo Volonté, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Alberto Rodriguez, Giorgio Azzolini, Franco Tonani, Giovanni Tommaso, Franco Pecori, Giorgio Buratti, Claudio Lo Cascio e Mario Schiano. Ma oltre ai musicisti sono presenti anche attori come Enrico Maria Salerno e Giorgio Albertazzi, e soprattutto “la gente” che come disse Cogno; “non gli uomini di cultura blasonati e trasversali al jazz, ma le persone vere: gli impiegati e gli studenti, un vigile urbano ed una fioraia, l’operaio metalmeccanico ed un perito elettronico e poi il macellaio, il tranviere, la cassiera, il telefonista”. Manca questo genere d’inchiesta, ne troviamo solo piccoli spazi su MusicaJazz negli anni 80 e recentemente di Enrico Bettinello sulle pagine di All About Jazz. Riguardano, però solo i musicisti, mancano però gli ascoltatori che sicuramente dopo la metà degli anni settanta cambiarono, grazie anche alla nascita di Umbria Jazz e di una certa musica forzatamente “militante”. Mancano, invece nel libro di Cogno gli interventi dei produttori, ma la nascita delle varie etichette, Red, Horo, Splasch ecc era ancora a venire. Un aggiornamento dell’inchiesta qualche hanno più tardi avrebbe sicuramente dato dei risultati diversi. Grazie, quindi ad Roberto Arcuri, che cura la postfazione e la discografia, a proposito quanto interessanti erano le lettere al Direttore?, di aver spinto per una ristampa del libro…adesso speriamo che sull’onda dell’entusiasmo ci sia una continuità!
(Maurizio Zorzi)