FREE FALL JAZZ

Sono passati diversi anni dall’ultima prova di Herlin Riley, portentoso ex batterista di Ahmad Jamal e Wynton Marsalis dallo stile profondamente “New Orleans”, come leader. In tutto questo tempo il buon Herlin si è dedicato innanzitutto all’insegnamento e ai concerti, senza troppo curarsi di nuove produzioni discografiche a proprio nome. Questo letargo finalmente si è interrotto con l’uscita di ‘New Directions’, primo su Mack Avenue. Accompagnato da una schiera di giovani talenti, Herlin e i suoi affrontano un repertorio di brani originali, in bilico fra passato e presente, tradizione e aggiornamento: umori e colori blues, afro-cubani, funk e second line si intrecciano agilmente nelle complesse partiture del gruppo, che suona compatto, energico, spinto dagli inarrestabili poliritmi del batterista, dal caratteristico stile raffinatissimo e musicale giocato sulla continua alternanza fra legno, metallo, pelle e percussione. Un modo di condurre la band simile a quello di Art Blakey, da cui eredita pure il gusto per entusiasmanti costruzioni in crescendo. E se gli ingredienti possono risultare familiari, è sempre la mano del cuoco a fare la differenza. La grande dinamica (fondamentale in questo il pianista Emmet Cohen, disinvolto padrone di un secolo di pianismo black, come un novello Kenny Kirkland o John Hicks), l’accorta armonizzazione che, spesso, dà l’idea di ascoltare una piccola orchestra, la freschezza delle composizioni e la felicissima ispirazione melodica fanno di ‘New Direction’ uno dei dischi più significativi e riusciti dell’anno in corso, un vero manuale di storia del jazz in azione.
(Negrodeath)

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