FREE FALL JAZZ

Anche se non aveste  mai ascoltato una singola nota della sua ottima musica, Betty Mabry/Davis dovrebbe essere nota alla maggior parte di voi quantomeno per questioni biografiche e, indirettamente, artistiche (e perché no, pure per la copertina del capolavoro ‘Filles De Kilimanjaro’). Fu moglie di Miles Davis per un periodo tanto breve quanto decisivo, in cui avvicinò il marito alla musica di James Brown, Sly Stone e Jimi Hendrix, che tanto peso ebbero nella svolta elettrica del genio di Alton. Le strade dei due poi si separarono (“era troppo selvaggia persino per me”, dice Davis nella sua biografia), Betty fu titolare di una breve ma intensa stagione discografica in cui incise tre album splendidi prima di ritirarsi a vita privata – il music business l’aveva scoraggiata. Oggi, in un periodo di crisi nera, il music business si aggrappa all’usato sicuro, alle ristampe delle ristampe delle ristampe, ai tour di cariatidi e al rivoltare gli archivi, sia mai che quella vecchia sessione cassata all’epoca oggi non possa tirare. Betty Davis non è immune, lo avrete capito, come infatti certifica l’imminente ‘The Columbia Years 1968-1969′. Un piatto non troppo ricco, giusto nove brani di cui sei prodotti di Miles Davis e Teo Macero, con la partecipazione di assi quali Herbie Hancock, Wayne Shorter, Billy Cox, Larry Young, Hugh Masakela e altri ancora. Completano il tutto foto e interviste inedite dall’archivio personale di Teo Macero. Dettagli più precisi qui. Un suggerimento: chi non conoscesse la musica della Davis farebbe bene a prendere l’edizione con tre cd che comprende pure i classici ‘Betty Davis’ e ‘They Say I’m Different’.
(Negrodeath)

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