FREE FALL JAZZ

Sembra un buon periodo per il jazz in pellicola. Il film su Miles Davis, il documentario su Nina Simone (di prossima recensione), e in dvd è ora disponibile pure ‘Jaco: The Movie’ su Jaco Pastorius, prodotto dagli eredi del grande bassista assieme a Robert Trujillo, bassista dei Metallica e sincero fan. In una recente intervista per JazzTimes, il buon Robert ha parlato in lungo e in largo della sua passione per la figura di Pastorius, da molti punti di vista. Potete leggere tutto quanto in inglese qui, oppure il nostro digest qui sotto!

L’incontro con Jaco
Nel 1985 lo incontrai allo LA Guitar Show. C’era un suono fortissimo e distorto che usciva da una delle stanze – non riuscivo nemmeno a capire che fosse un basso. Fui la prima persona ad entrare, ed era Jaco. Era il periodo in cui si trovava in un periodo diverso della sua carriera: le cose erano un po’ più tranquille, e sentivi tante storie su di lui. Ero senza parole. Mi sono preso un momento e sono stato a guardarlo da tre metri che suonava. Era molto serio, non stava sorridendo. Poi iniziò a suonare alcune sue linee di basso e altre stile Jerry Jemmott – le univa. La gente venne a vedere, e lui non disse una parola. Fissava tutti col suo sguardo penetrante, come a dire “posso fare il culo ad ognuno di voi.”

La fan-polizia
Alcuni fan dei Metallica si incazzano a morte con me, perché dedico tempo e soldi alla realizzazione di un documentario: “Ma perché cavolo si mette a fare un film quando dovrebbe concentrarsi sul prossimo disco dei Metallica?” E poi c’è la vecchia guardia dei fan di Pastorius, tutti incazzati perché quel tizio dei Metallica ha osato prendere le redini del progetto. Il mondo va così, lo devo accettare. Ma la cosa importante è un’altra: quando un giovane viene da me e mi fa “ho sentito di quel tuo progetto e mi sono ascoltato ‘Word Of Mouth’”, oppure “Sono andato a cercarmi i Weather Report!”, e succede spesso.


 

Heavy Metal Weather
Ricordo che, quando Ozzy Osbourne registrava ‘No More Tears’, gli Infectious Grooves stavano registrando alla porta accanto, sempre nei Devonshire Studios, quelli dove i Weather Report incisero ‘Heavy Weather’.  Ero eccitato – “Jaco ha registrato qui, sento la sua energia!” Ozzy era fuori di testa al tempo, spariva di continuo. Ma la metà delle volte era da noi. Veniva nella nostra stanza e ci chiedeva sempre di suonargli ‘Therapy’, su cui poi cantò. Insomma, noi eravamo impegnati nelle registrazioni, ma lo ascoltavamo perché era pur sempre Ozzy, così fermavamo tutto per suonargli ‘Therapy’, la cui linea di basso era la mia versione, a 25 anni, del sound di Jaco. E Ozzy si metteva a ballare dicendo: “Questa è la musica che voglio fare!”

Punk Jazz
Jaco mi ha ispirato così tanto perché, fra la sua tecnica e quello che sentivo, mi ha sempre fatto pensare che non ci fossero regole. Così potevo fare musica folle con gli Infectious Grooves. Potevo fare un’introduzione sul fretless per un pezzo dei Suicidal Tendencies. Quando torni a sentire ‘You Can’t Bring Me Down’, c’è la voce del fretless nell’intro. Rocky George (chitarrista, nda) e io, quando al tempo suonavamo nei Suicidal Tendencies, subito dopo aver suonato a L’Amour o in qualsiasi altro club, ci accendevamo qualche sigaretta e cominciavamo a suonare in camerino il repertorio di Pastorius. Rocky era pazzo di Ted Greene. A Los Angeles, al tempo, studiavano tutti con lui, pure i bassisti. Io ero alla Dick Grove School, ma tutti studiavamo il jazz rock. Io e Rocky ci conoscemmo alle superiori. Lui era più sul rock classico, io gli feci sentire John McLaughlin e Al Di Meola. Fusion e musica strumentale ci appassionavano quanto il rock. Quando emerse Jaco, c’era tutta questa mistica intorno a lui. Era bello, l’eccitazione era paragonabile a quando Eddie Van Halen esplose nel 1978 con ‘Eruption’.

Yin e Yang
Devi bilanciare successi e trionfi nel ritrarre una persona, ma anche condividere momenti intensi. Non ci piace vedere i nostri eroi in momenti di debolezza, ma è la realtà. Dopo aver fatto alcune proiezioni riservate per gente del mondo del jazz, questi ci hanno detto di esser stati molto toccati dalla visione, e in maniera positiva.

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