FREE FALL JAZZ

Konrad “Conny” Plank è un personaggio rinomato tra l’audience più alternativa della musica rock. È infatti alle sue doti come produttore e ingegnere del suono che si devono alcuni dei più importanti dischi del krautrock anni Settanta (tra i più famosi musicisti che si sono avvalsi spesso del suo talento vanno annoverati almeno NEU!, Kraftwerk, Cluster e Ash Ra Tempel), così come alcuni dei lavori che definirono la new wave e la musica elettronica tra gli anni Settanta e Ottanta, come Before and After Science e Music for Airports di Brian Eno, il debutto dei Devo e Vienna degli Ultravox.
I suoi rapporti con il jazz non sono stati altrettanto stretti, anche se proprio Nipples di Peter Brötzmann e The Living Music di Alexander von Schlippenbach furono i primi dischi cui abbia collaborato dietro le quinte nella sua carriera ventennale.

Proprio per questo, l’annuncio dato a inizio anno dall’etichetta Grönland riguardo l’esistenza di alcune registrazioni dell’orchestra di Duke Ellington dovute a Plank (risalenti all’estate 1970, rappresentando quindi il suo ultimo contributo in ambito jazz prima di concentrarsi sulla scena rock tedesca) ha suscitato un discreto clamore, anche per via di una notevole curiosità su cosa potesse saltare fuori da tali nastri vista la lontananza stilistica tra i due pesi massimi coinvolti. Al momento della pubblicazione a Giugno di tali session (due soli brani – Alerado e Afrique – in tre take diverse ciascuno, per un totale di ventinove minuti di musica, edita sotto il semplice titolo di “The Conny Plank Sessions”), però, il pubblico esterno al jazz ha prestato molta meno attenzione, probabilmente anche per via di aspettative un po’ velleitarie. Molti infatti sono rimasti sorpresi nel constatare come il suono dell’orchestra sia molto “naturale” e non si avvalga di strumenti come beat motorik, riverberi spaziali, echi e tutto l’arsenale di effetti che hanno fatto la fortuna della scuola dei corrieri cosmici (un fatto in realtà tutt’altro che sorprendente, soprattutto considerando la scarsa esperienza del pur talentuoso Plank all’epoca di queste registrazioni).

Ma nonostante le due composizioni presenti non risentano radicalmente del tipico trattamento “alieno” di Plank, è difficile rimanere indifferenti di fronte all’eccellente lavoro svolto in studio. Entrambi i brani, soprattutto se confrontati con le versioni già edite in passato (una diversa registrazione di Alerado si può trovare nella compilation New York New York 1970-72 del 2008, mentre la più celebre versione di Afrique è quella sul bellissimo The Afro-Eurasian Eclipse del 1971), assumono una nuova luce: nelle prime due take di Alerado, per esempio, il suono dell’organo di Wild Bill Davidson, che colora il tema swingante dell’orchestra e si alterna agli assoli con il flauto di Norris Turney e la tromba di Cat Anderson, conquista un posto di rilievo inedito nell’orchestra, mentre nella terza il passo rallenta e la sua voce si affievolisce, dando risalto ai fiati, prima del suo assolo (che, delle tre versioni, è quello più alieno e meno legato al tema originale del brano).

Il cuore di queste session però è rappresentato dalle tre interpretazioni di Afrique, che in queste vesti suona ancor più dissonante e selvaggia della registrazione apparsa su The Afro-Eurasian Eclipse (che già rappresentava uno dei momenti più duri di tutta la discografia di Ellington). Qui, alla ritmica forsennata e primitiva, al pianoforte percussivo di Ellington e agli aspri interventi dei fiati, si aggiungono l’organo e, nella terza take, perfino una voce femminile che limitandosi a volteggiare sull’orchestra senza pronunciare una singola parola dona una dimensione quasi ultraterrena al brano.

Di certo, visto l’esigua quantità di materiale che offre, The Conny Plank Sessions non rappresenta di per sé un’uscita imperdibile. Ma vista comunque l’estrema qualità delle registrazioni, la nuova linfa che respirano i brani proposti e soprattutto il valore storico dell’incontro tra Ellington e Plank, è difficile negare l’enorme fascino di questa release.
(Ema)

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