FREE FALL JAZZ

L’Italia è un ben strano paese, lo sappiamo, e l’ambiente intorno al jazz non si sottrae a certe conclamate stranezze, considerata la capacità che ha di esaltare autarchicamente uno sparuto gruppo di figure nazionali, peraltro di incerta consistenza jazzistica, iterandone l’esposizione mediatica e concertistica sino alla nausea, trattando la relativa musica alla stregua di un detersivo da vendere alle “massaie del jazz”, alla ricerca del grande “ital-jazz che più ital-jazz non si può”. Di contro, si gettano invece nell’oblio jazzisti di livello eccelso presenti oggi sulla scena, che non vengono nemmeno presi in considerazione, forse perché proponenti musica considerata pregiudizialmente “vecchia”, appartenente al passato. In tutto questo stucchevole gioco di fraintendimenti e mistificazioni che si trascina da troppo tempo, non si sa bene dove finisca l’incompetenza ed inizi la tracotante ignoranza di certe paradossali tesi. Sta di fatto che uno dei più apprezzati e talentuosi giovani musicisti jazz della vivace scena newyorkese odierna, il sassofonista Adrian Cunningham, australiano di Sidney ma trasferitosi nella Grande Mela dal 2008, è totalmente sconosciuto ai più.

Dedito agli inizi di carriera al pianoforte, Cunningham è noto per la sua capacità di alternare senza soluzione di continuità sassofono contralto, tenore, clarinetto e flauto. Oltre a suonare nel suo paese d’origine con l’Adrian Cunningham Quartet, egli sta guadagnando un meritato riconoscimento anche ad alti livelli tra i colleghi newyorkesi. Cunningham ha girato a lungo in tour con il suo quartetto, apparendo due volte al Montreux Jazz Festival in Svizzera, in Europa e in Asia, pubblicando quattro album in studio e un album live in DVD. Nel ruolo di sideman ha già partecipato  a diverse registrazioni, con Chris Potter, Wycliffe Gordon, Bucky Pizzarelli, Nate Smith, Adam Rogers, Reginald Veal, Bob Mintzer e il compianto Lew Soloff, tra gli altri.

Questo splendido progetto sulle musiche di Neal Hefti, grande arrangiatore dell’orchestra di Count Basie degli anni ’50 e compositore di diverse colonne sonore di pellicole hollywoodiane, fa seguito al precedente Walkabout e vede Cunningham in un combo comprendente anche l’amico trombonista Wycliffe Gordon in diversi brani. Il multistrumentista australiano suona particolarmente bene  sax tenore e clarinetto, evidenziando al tenore un suono corposo, carico di energia e swing, che ricorda a tratti un Jimmy Forrest, fuori comunque dagli abusati  riferimenti sassofonistici coltraniani e post coltraniani. La musica è fresca, coinvolgente e a suo modo sofisticata e presenta una brillante selezione di composizioni di Hefti davvero meritevoli di riscoperta, come Girl Talk, Cute, Zankie e il famosissimo Lil Darling, ma il pezzo che fa davvero la differenza è l’iniziale The Odd Couple, tratto dalla colonna sonora del noto capolavoro cinematografico, con le geniali e indimenticabili interpretazioni di Walter Matthau e Jack Lemmon. Brano riarrangiato jazz alla grande e che mette in mostra anche un superlativo Wycliffe Gordon, aggettivo che risulterà probabilmente eccessivo per un musicista che ha avuto il torto, secondo certe contorte menti, di avere a che fare con il “conservatore” e reazionario Wynton Marsalis. Per tutti gli altri si tratterà solo di godersi un’oretta di sano jazz e senza minimamente vergognarsi di farlo.
(Riccardo Facchi)

01. The Odd Couple, 02. Scoot, 03. Girl Talk, 04. Barefoot In The Park, 05. Shanghaied, 06. It’s Awfully Nice To Be With You, 07. in’t That Right, 08. Li’l Darling, 09. How To Murder Your Wife, 10. Zankie, 11. Suspicion, 12. I’ve Got Love, 13. Cute

Adrian Cunningham – tenor saxophone, clarinet, flute; Wycliffe Gordon – trombone (tracks 1, 5, 8, 10), Dan Nimmer – piano, Corcoran Holt – bass, Chuck Redd – drums

Recorded in New York City, January 2014.

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