FREE FALL JAZZ

Cosa mi affascina del Ganelin trio… Forse il ricordo di quando da giovane mi avvicinai a questa musica: la ricerca dei dischi, delle riviste e dei libri dei quali sentivi parlare. Eravamo un piccolo gruppo di carbonari, quei pochi, almeno dalle mie parti, che parlavano di jazz. Lo stesso si può dire di questo gruppo: il jazz arrivava dall’America, tutt’al più dall’Inghilterra, chi poteva immaginare che oltre la cortina di ferro ci fossero dei musicisti come loro? La loro qualità emergeva già nei primi dischi prodotti e registrati dall’etichetta di stato Meloydia, rimasti introvabili per anni e poi grazie anche a Ebay e alla caduta del muro diventati di più facile reperibilità, e se non fosse stato per l’imperfezioni dei vinili forse sarebbero di spessore ancora maggiore di questo disco. Il merito della Leo è di aver pubblicato questa registrazione, che di fatto fece conoscere il gruppo all’estero, e ,con supporto diretto di Joachim Ernst Berendt, di partecipare al Festival di Berlino, aprendo loro la parte occidentale dell’Europa, con buona pace del KGB! Tra l’altro al Festival di Berlino, dove i bis erano proibiti, finito il set, dopo 20 minuti di applausi, Berendt ha dovuto concedere l’approvazione del bis… mai capitato prima! Il CD comprende due set provenienti da differenti registrazioni, e dimostra la capacità del trio di inserire nella musica differenti strati di approcci, un po’ come i gruppi di Willem Breuker, ma con più ferrea disciplina… “russa”. Ganelin al piano passa con disinvoltura da un pianismo classico a improvvisazione radicale, utilizzando il bassett, una tastiera bassa che tiene come linea melodica piatta, dove si interseca Chekasin che al tenore utilizza molto frasi simili al Shepp piú arrabbiato, soprattutto nella seconda metà del primo pezzo. Tarasov colora e riempe gli spazi. Non semplice improvvisazione, ma una linea immaginaria da seguire. Dei dischi del Ganelin Trio, uno dei piú intensi e di attualissimo ascolto, non quello che si può dire di molta della produzione musicale attuale.
(Maurizio Zorzi)

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