FREE FALL JAZZ

Da tre album a questa parte, Regina Carter ha cominciato un percorso di studio e rilettura delle proprie origini, in senso musicale e non. ‘I’ll Be Seeing You’ affrontava il jazz e gli standard preferiti della madre, ‘Reverse Thread’ il patrimonio culturale africano, il nuovo ‘Southern Comfort’ è un tuffo nella tradizione folk e rurale del sud degli States, in particolare dall’Alabama in cui il nonno paterno faceva il minatore. La Carter si è documentata presso l’archivio di registrazioni della Biblioteca del Congresso per avere l’idea più precisa possibile di cosa suo nonno avesse potuto ascoltare ai tempi. La ricerca ha portato alla luce un repertorio di musica folk, country, blues, spiritual e bluegrass che torna così a nuova vita grazie agli sforzi di Regina e della sua band (Jess Murphy al contrabbasso, Adam Rogers e Martin Sewell alle chitarre, Will Holshouser alla fisarmonica e Alvester Garnett alla batteria). La scelta di strumenti e repertorio dona un fascino antico a ‘Southern Comfort’: l’effetto è davvero suggestivo, soprattutto nel mondo in cui il violino/fiddle della Carter si combina con le chitarre e un basso pulsante dal suono legnoso e naturale in una miriade di sapori e colori differenti. Ci sono brani accesi e ballabili, intrinsecamente funky ed “earthy”, come ‘Trampin” e ‘Honky Tonkin” dove il jazz assorbe country e r&b, altri dalla forte inclinazione bluegrass come ‘Shoo-Rhye’, altri ancora meditabondi e bluesy come ‘I’m Going Home’. E ‘I Moaned And I Moaned’ sorprende per il suo ritmo scattante, quasi come se il rock fosse stato spedito indietro nel tempo per supportare le asimmetriche ed incisive frasi della leader.

Fra etnomosicologia e americana, Regina Carter pubblica uno dei dischi più riusciti e interessanti del 2014, caldo e corroborante come un bel bicchiere di bourbon. Magari proprio di Southern Comfort.
(Negrodeath)

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