FREE FALL JAZZ

Prima di recensire il Festival, vorrei lodare tutti gli organizzatori (studenti) che hanno realizzato questa rassegna. Ma in particolar modo bisogna fare un plauso al Rettore dell’Università Ca’ Foscari, che, demandando a persone competenti, ha dato il via (speriamo) a una rinascita culturale in questa città. Certo che non posso dimenticare quello che il Teatro Fondamente Nuove ha fatto e sta facendo, ma ben vengano altre occasioni per presentare la nostra musica. Altro merito, da non sottovalutare, è l’ingresso gratuito ai concerti, questo dovuto al fatto che la Fondazione Ca’ Foscari, proprietaria del teatro S. Marta, è una Onlus. Quindi all’interno dell’accogliente teatro S. Marta, 180 posti (e noi neanche sapevamo che esistesse!!!), si è svolta questa rassegna che ha dato uno spettro ampio della nuova ricerca musicale in atto. I nomi presentati in successione nella programmazione sono molto interessanti: Chicago Underground Duo (Rob Mazurek e Chad Taylor), Conception & Contamination (Luca Aquino, Alessandro Deledda, Zlakto  Kaucic), Norwegian Wood (Arrigo Cappelletti, Sergio Orlandi, Giulio Martino, Adrian Myhr, Tore Sandbakken) e Searchin’ Sound (Andrea Massaria, Alberto Dipace, Stefano Senni, Enzo Carpentieri). Del Chicago Underground Duo, che ho anche visto ad Abano (PD) il giorno 30, parlo alla fine.


Molto mi ha impressionato il trio Conception & Contamination: la creazione di colori e impasti sonori di Zlatko, che suona le percussioni inginocchiato, non a caso sui CD viene indicata come “ground drums”, fa da tappeto ottimale per le sonorità elettroniche di Aquino e Deledda. Sia ben chiaro, non siamo di fronte a gigionerie, anche se il pericolo resta sempre vicino, ma ad una ricerca musicale molto interessante. Cosa c’è di jazz? Forse poco, se per quello si intende battere il tempo con il piedino, ma d’altronde quanta della musica (buona) presente sul mercato “jazzistico” ha ancora queste caratteristiche? Ottimo comunque il pianismo di Deledda, che forse dovrebbe non eccedere con un eccessivo romanticismo, e la tromba di Aquino che, memore della lezione di Fresu, si sta creando una personalissima voce. Zlatko, protagonista di un eccellente disco in duo con Evan Parker e di collaborazioni con il flautista Massimo De Mattia e il bassista Giovanni Maier, è un percussionista capace di regalare suoni nuovi con il variegato strumentario a sua disposizione.

 

 

Il quintetto Norwegian Wood di Arrigo Cappelletti con i due ospiti norvegesi ha creato dei suoni molto “nordici”, alla Bobo Stenson, ma è riuscito a coniugarli con una certa “mediterraneità”: un progetto che alla lunga darà buoni frutti, molto godevole. Ottimo il bassista Adrian Myhr, oltre al leader.

Il concerto di chiusura del Searchin’ Sound ha presentato un ottimo pianista, Alberto Dipace, ma purtroppo il progetto non è mai decollato: troppe citazioni senza una indicazione precisa di arrivo. C’era la musica prog, hard bop, elettronica varia: troppa carne al fuoco che non ha dato un identità precisa la gruppo. Ottimi come sempre Stefano Senni (uno dei migliori bassisti) e Enzo Carpentieri.

E veniamo ai Chicago Underground di Mazurek e Taylor. Come ho potuto notare dal concerto di una settimana dopo, questo è gruppo è sempre “work in progress”. Tranne due momenti, quasi simili, basati sulla registrazione di un discorso di Martin Luther King e il passaggio cantato con l’accompagnamento della mbira, il resto è frutto di un interplay ad altissimi livelli e capacità improvvisative eccezionali. Il drumming poliritmico di Chad Taylor è venuto fuori ancor di più ad Abano – e per fortuna che stava male! – dove la citazione del duo famoso di Don Cherry e Ed Blackwell era chiara (disco ‘MU’: chi non ce l’ha… lo compri!), ma in tutti e due i concerti i nostri hanno dimostrato un’energia pazzesca che contagia la platea: super!

I prossimi appuntamenti di MusiCaFoscari saranno per fine Febbraio con un seminario di George Lewis e un duo improvvisato con Steve Lehman.

Altre foto del MusiCaFoscari Jazz Fest:

http://www.flickr.com/photos/mau1961/sets/72157632639205671/

(Maurizio Zorzi)

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