Dopo un paio di anni di pausa, JD Allen torna sul luogo del delitto assieme ai vecchi amici Gregg August (basso) e Rudy Royston (batteria). Proprio così, il bel trio del sassofonista di Detroit è tornato insieme per ‘Graffiti’, quinto album della serie. L’impostazione è quella che abbiamo imparato ad amare: una serie di temi concisi ed ipnotici come base di una avvincente esplorazione di gruppo, con il sax a fare gli onori di casa dal punto di vista melodico, mentre basso e batteria occupano una strana terra di mezzo fra l’accompagnamento e il solo simultaneo, in libera associazione. E’ il basso che, spesso e volentieri, accenna il beat principale, mentre la batteria dispensa groove tutto intorno – un plauso al bravissimo Royston, tanto potente e dinamico quanto attento a non invadere gli spazi altrui. (Continua a leggere)
Negli ultimi due album, ‘Grace’ e ‘Bloom’, il grande sassofonista di Detroit aveva registrato in quartetto per evitare che il trio diventasse una routine. Dopo questa breve, e fruttifera, disintossicazione, JD Allen torna assieme agli amici Gregg August e Rudy Royston per un nuovo album in trio: ‘Graffiti’, in uscita su Highnote il 19 Maggio. (Continua a leggere)
Recentemente scomparso, Sam Rivers è uno di quei maestri che saputo lavorare guardando sempre avanti, ma sempre e comunque nel solco della musica afroamericana. Questo bel concerto in trio del 2002 lo testimonia. Sam Rivers è simpatico e scherza col pubblico della First Existentialist Congregation di Atlanta, alternando vari strumenti a fiato.
Prosegue la condivisione domenicale di filmati della serie ‘Beyond Category’, visto che sono ottimi e numerosi. Oggi tocca al trio del bravissimo James Brandon Lewis, autore di uno dei dischi più acclamati del 2014.
La formula del trio, con la sezione ritmica priva del sostegno del pianoforte, rappresenta per un sassofonista del jazz che si rispetti una prova ardua di maturità tecnico-musicale e una sorta di traguardo da raggiungere, che certo non possono essere alla portata di chiunque e ciò per svariate ragioni. Innanzitutto, per gli illustri precedenti che la discografia jazz presenta in opere capitali realizzate da giganti del sassofono del passato, come le storiche registrazioni live al Village Vanguard di New York del 1957, di Sonny Rollins e quelle registrate da Joe Henderson negli anni ’80, per Blue Note e Red Records, che per certi versi possono essere considerate pressoché definitive in tale ambito formale e una pietra di paragone tale da intimorire l’improvvisatore che non avesse sviluppato una solida personalità musicale. (Continua a leggere)
Melissa Aldana è una giovane sassofonista sudamericana di cui si è parlato assai bene, nel corso dell’ultimo anno. Contiamo prossimamente di recensire il suo disco con il Crash Trio, che potete nel frattempo gustare qui sotto in un concerto per la radio WGBO!