Tanto di cappello alla potenza di internet, che nel giro di un paio di clic permette di scovare le cose più belle e inaspettate. Warren Haynes, leader dei Gov’t Mule, uno dei pochi esempi di come ancora oggi sia possibile fare rock abbeverandosi alla più viscerale tradizione settantiana senza suonare né “finti” né fuori tempo massimo, non ha bisogno di troppe presentazioni. Di Ron Holloway, una vita da mediano dell’ancia (nel’accezione più “nobile” del termine),  invece vi abbiamo già parlato abbondantemente. I due hanno fatto comunella su ‘Man In Motion’, ultima fatica solista di Haynes all’insegna del blues più epidermico, e la rete, appunto, ci consente di mettere le mani su un filmatino amatoriale girato circa un anno fa nel Maryland, al Delfest 2011, in cui regalano una bella versione del classico di Sam Cooke ‘A Change Is Gonna Come’. Peccato per il parlottare del pubblico, che a tratti rompe davvero i maroni, ma ne vale ugualmente la pena.
Se ‘Slanted’ fosse uscito da un sax qualunque, probabilmente le critiche, anche superficiali, non sarebbero mancate: scarsa originalità , poca inventiva, suoni datati… A Ron Holloway, però, che gli vuoi dire? Non che il nome in copertina cambi i contenuti, ma calato nel suo giusto contesto questo disco assume un’identità più che significativa: quella dell’emozionante atto d’amore. Già , perché Ron è cresciuto in una casa di Washintgon D.C. nutrendosi con passione della collezione di dischi di suo padre (40 anni di vinile immarcescibilmente affastellati e una smodata attrazione per le ance), una dedizione che lo ha portato ad imbracciare egli stesso un sax tenore e trascorrere intere giornate estive sigillato in casa cercando di emulare idoli vecchi e nuovi. ‘Slanted’ è il primo passo da leader dopo circa tre lustri di carriera assai variegata, che lo vedono passare con nonchalance dalla straripante miscela rock/funk/r&b del fattone Root Boy Slim a Gil Scott-Heron fino alla corte di Dizzy Gillespie, del cui ultimo quintetto sarà colonna portante. Prima di guardare avanti (cosa che gli riuscirà abbastanza bene con ‘Struttin’’, di due anni successivo), Ron sente il bisogno di dedicarsi, finalmente in libertà , al suono che ha sempre amato e che in precedenza ha potuto assaporare solo a sprazzi, per giunta da sideman. (Continua a leggere)