FREE FALL JAZZ

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Il 31 maggio avrebbe compiuto 85 anni, invece se n’è andato ieri, 25 Febbraio, per una crisi cardiaca, a pochi mesi di distanza da altri due artisti con cui ha collaborato spesso: Etta James e Art Hillery. Ricordiamo con piacere i suoi dischi dei primi anni ’60 su Prestige (sia da leader che quello, molto buono, condiviso col pianista Jack McDuff), con un sassofono che amava lambire sonorità che partivano dal bop e sfioravano il soul.

Si parla spesso di Miles Davis inventore del cool jazz (‘Birth Of The Cool’), del Miles modale (‘Kind Of Blue’), del secondo quintetto, del jazz elettrico degli anni ’70, eppure si tende a sorvolare sul suo ruolo nell’hard bop. Strano, perché si tratta della radice di tutto il mainstream jazz moderno, e averne tracciato le rotte in anticipo dovrebbe essere un ulteriore pregio riconosciuto al trombettista di Alton. E invece… misteri della jazzologia italiana, si vede che fa poco chic, perché  ‘Walkin”, dell’hard bop, fu allo stesso tempo manifesto e chiamata alle armi. L’album comprende due sessioni, una del 3 e l’altra del 29 aprile, con una sezione ritmica deluxe che comprende assi come Percy Heath, Horace Silver e Kenny Clarke. Nella seconda vediamo all’opera un sestetto straordinario: oltre ai citati Davis, Heath e Silver troviamo J.J. Johnson, insuperabile virtuoso del trombone, e Lucky Thompson, tenorista dalla voce strumentale profonda e vibrante, ideale punto di raccordo fra la generazione di Coleman Hawkins e Ben Webster e quella di Charlie Parker e Dexter Gordon.

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