Il Concerto del Primo Maggio (detto anche Concertone, fra amici) si svolge ogni anno il primo maggio a Roma. E’ un’occasione per ritrovarsi, ascoltare musica e dimenticare le noie e i fastidi quotidiani. E’ anche, di solito, un accrocchio di musica di merda che fa venir voglia di tornare in miniera, diciamocelo. Proponiamo due cose: la prima è che la festa del lavoro non sia fissata al Primo Maggio, ma semmai al primo lunedì di maggio, così diventa come il Labour Day americano, cioè hai un weekend lungo garantito, che altrimenti per due anni di fila (quando il Primo cade di sabato e domenica) la festa del lavoro ti fa marameo. La seconda è di far scegliere la programmazione a noi. Ok, poi non viene nessuno… Insomma, questo post è per i nostri dieci lettori, sperando che almeno l’undicesimo sia potuto andare al mare. Ognuno di noi ha pescato nel mare di YouTube un bel filmato dal vivo, in modo da sonorizzarvi la giornata – tra l’altro, potete pure sentirvelo da cellulare ormai, quindi poche scuse. (Continua a leggere)
Praticamente sconosciuti fuori dai confini polacchi, i Pink Freud (miglior nome di sempre? Di sicuro se la gioca fino all’ultimo), creatura del contrabbassista Wojtek Mazolewski (il nome ho dovuto copiaincollarlo, lo ammetto), in realtà pubblicano dischi più o meno regolarmente dal lontano 2000, mischiando, in dosi diverse a seconda dei casi, jazz, elettronica e rock. “La solita roba”, si dirà, e invece no: che fossero brava gente che non si prende troppo sul serio s’intuiva già (come se non bastasse il loro nome) da un repertorio che può vantare un’allucinata rilettura di ‘Come As You Are’ nonché un brano dedicato a Don Johnson (e il pezzo si intitola ‘A Tribute To Don Johnson’: suppongo l’assonanza col Jack Johnson di Miles sia voluta. In ogni caso, volontaria o meno, come si fa a dirne male?).
‘Horse & Power’ arriva a noi come l’episodio più “facile” e immediato della loro produzione e, con ogni probabilità, anche il più riuscito. La garanzia è già in cabina di regia, dove siede addirittura l’ex Swans Roli Mosimann, produttore di una lista infinita di cose entusiasmanti, seppur assai lontane da jazz e dintorni: dai micidiali Skyscraper, le cui lodi meriterebbero un intero articolo a parte non fosse fuori tema, ai The The fino a Celtic Frost e Young Gods. (Continua a leggere)