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Due anni dopo ‘Il Partenzista’, il batterista Lorenzo Capello torna fra noi con un album dal titolo ancora più demenziale, ovvero ‘Dagli Appendini Alle Ante’. Che sia uno sberleffo diretto a De Amicis, una frase che suonava bene o altro ancora lo approfondiremo in sede d’intervista. Qui ci occupiamo della musica, che di nuovo è molto interessante e ben congegnata. Capello prosegue sulla falsariga del primo album con una serie di lunghi brani che partono dai mondi di Charles Mingus e di certo Max Roach anni ’60. Le improvvisazioni parallele di sax e trombone che a tratti attualizzano la brass band, le strutture variegate, la grande attenzione ai dettagli timbrici (partendo proprio dalla batteria) e gli improvvisi cambi di ritmo lo ribadiscono. (Continua a leggere)

Sapete cos’è un partenzista? No? Nemmeno noi, fino al momento di leggere titolo e note di questo cd. Sarebbe il contrario dell’arrivista: quest’ultimo vuole arrivare a qualcosa, a qualche risultato, e per questo si mette in moto, mentre il partenzista vuole gustare l’esperienza del viaggio in quanto tale. Chiariremo meglio in seduta d’intervista con Lorenzo Capello, batterista ligure alla sua prima prova discografica come leader dopo molte collaborazioni, anche prestigiose, in ambito jazz, rock e accademico, tanto in Italia quanto all’estero. Una formazione eclettica, insomma, che probabilmente ha fornito a Capello una grande quantità di stimoli per la prima sortita in proprio. Il viaggio del partenzista, affiancato da piano, contrabbasso, sax e trombone, si snoda attraverso svariate sonorità e innumerevoli input, anche se l’ossatura può essere ricondotta a Charles Mingus (quello meno irruento di ‘East Coasting’) e a certi album di Max Roach come ‘Deeds Not Words’ e ‘Percussion Bitter Sweet’. (Continua a leggere)