FREE FALL JAZZ

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Quest’articolo avrebbe potuto uscire anche per la rubrica Filthy McNasty a titolo ‘Pròxima Estaciòn Esperanza’, ma a quel punto mi sarebbe toccato, a ragione, un lungo quarto d’ora di penitenza in ginocchio sui porcospini per aver iniziato il pezzo citando Manu Chao. Avrete già intuito che la metaforica stazione può essere una tra le tante che trasmetteranno i pezzi di ‘Radio Music Society’, nuovo album della bassista e cantante americana Esperanza Spalding, il quale, a neanche due settimane dall’uscita è già un caso diplomatico. Pomo della discordia è la sua categorizzazione, visto che in America viene “venduto” come contemporary jazz, etichetta peraltro talmente omnicomprensiva da aver smarrito qualunque barlume di significato.

In realtà, più che la categorizzazione in se, a far discutere è l’“imbastardimento“ che, album dopo album (siamo ormai al quarto), ha portato la musica della Spalding verso derive senz’altro meno conservatrici.  Il precedente ‘Chamber Music Society’ destò meno clamore: giocava (con risultati alterni, va detto) ad unire jazz e strumenti tipici della musica classica, cosa tutto sommato “tollerata” nell’ambiente. ‘Radio Music…’ invece tenta una sterzata più brusca, ammiccando sin dal titolo al mercato mainstream. (Continua a leggere)