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Night In Tunisia's Articles

Ancora Bill Cosby? Eh, oh, ci garba. Poi l’alternativa sarebbe guardarvi il concertone del primo Maggio in TV, se proprio ci tenete. Noi non ci teniamo, ed è per questo che vi offriamo un primo Maggio “alternativo”. Siamo andati a ripescare un po’ di puntate dei Robinson con guest star dal mondo del jazz e ve le proponiamo qui di seguito, basta cliccare sui relativi titoli. Sono tutte in lingua originale, ma da una parte meglio così, ché vedere Dizzy Gillespie doppiato in italiano in effetti fa un po’ strano. Di sicuro abbiamo dimenticato qualcuno/qualcosa, d’altronde quando c’è di mezzo il buon Cosby i riferimenti alla musica di cui leggete sulle nostre pagine sono sempre tanti e pescarli tutti sarebbe stato un vero massacro. Gli episodi sono “spezzati” in più segmenti: il link di solito vi porta al primo, gli altri sono poi facilmente raggiungibili dai video correlati. Buona visione. (Continua a leggere)

No, non abbiamo sbagliato copertina. Certo, ‘A Night In Tunisia’ ha una delle front cover più note e riconoscibili della storia, eppure qui accanto ne vedete una diversa. L’arcano (che per i più attenti non sarà tale) è presto risolto: si tratta di un altro disco. Non sono molti a ricordarlo, ma oltre allo storico classico su Blue Note del 1960, la discografia di Art Blakey  (senza contare varie raccolte semi-ufficiali) ne contiene almeno un paio dal titolo uguale o molto simile: l’omonimo del 1957 su RCA, e questo ‘Night In Tunisia’ del 1979, che rispetto al ben più noto predecessore omette l’articolo.

Gli anni ’70 furono un periodo particolare per il batterista di Pittsburgh, ricordato più che altro per la partecipazione al progetto Giants Of Jazz in compagnia di altri monumenti tipo Gillespie, Monk e Stitt. La versione dei Jazz Messengers attiva nella seconda parte del decennio, pur autrice di buone prove come ‘In This Korner’ (del ’78), non è mai stata particolarmente celebrata, schiacciata da un lato dai leggendari “messaggeri” degli anni ’50 e ’60 (inutile fare nomi: se non li conoscete probabilmente siete capitati su queste pagine cercando su google “il mondo non si è fermato mai un momento”) dall’altro dalla formazione che negli anni ’80 porterà Blakey ad un quasi inaspettato ritorno di popolarità, con un giovanissimo Wynton Marsalis sugli scudi. (Continua a leggere)