FREE FALL JAZZ

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Con circa una mezza dozzina di uscite in trio o in quartetto all’attivo (‘Blurry’ del 2007 la migliore), il violoncellista Daniel Levin aveva già più d’una volta entusiasmato, smontando e rimontando a suo piacimento jazz e musica da camera, passando con disinvoltura da momenti canonici a fughe aritmiche più ardite. Su  ‘Inner Landscapes’ lo ritroviamo per la prima volta da solo, privo di qualunque accompagnamento, e, diciamolo subito, questa volta l’esperimento riesce solo a metà. I sei brani, completamente improvvisati, offrono una panoramica minuziosa di tutte le sfaccettature stilistiche del musicista americano: abbozzi melodici, improvvisazioni free jazz, musica classica, cascate di note al limite del vero e proprio rumore bianco. (Continua a leggere)