FREE FALL JAZZ

Matt Stevens's Articles

Per il NEXT Collective si può rispolverare l’antica definizione di supergruppo. E’ una cattiva abitudine del rock, tipica di musicisti senza più idee nè stimoli che provano ad attirare la sommatoria dei rispettivi fan per restare sulla cresta dell’onda: ne escono spesso ciofeche come Black Country Communion o Superheavy (giusto per citare cose recenti). Non è questo il caso del NEXT, fortunatamente, anche se è necessario spendere qualche altra riga di introduzione. Questo gruppo è stato fortemente voluto dal produttore Chris Dunn, che ha fatto una proposta ad un manipolo di giovani stelle del jazz odierno (tutti già su Concord o sul punto di diventarlo): l’aggiornamento del Real Book con l’introduzione di nuovi standard nel tentativo di vincere la madre di tutte le guerre, ovvero riportare i giovani al jazz (o viceversa). Se l’idea in sè non è nuovissima, vedi Bad Blus o Brad Meldhau, dobbiamo dire che il risultato conseguito dal NEXT è davvero fresco e interessante. (Continua a leggere)