Chris Potter ormai non ha bisogno di presentazione. Tecnica stellare e versatilità a trecentosessanta gradi lo hanno reso il più credibile erede di Michael Brecker. Dopo una discografia lunga caratterizzata da dischi sempre “buoni, ottimi ma…”, Chris Potter esordisce ora su quell’ECM che pare di nuovo interessata ai musicisti americani. Le premesse in realtà sono scoraggianti: un disco chiamato ‘The Sirens’ e ispirato all’Odissea evoca subito orrende visioni wakemaniane. La formazione di per sè è ottima, con la particolarità di due pianisti: il grandissimo Craig Taborn fa il pianista normale, mentre l’astro nascente David Virelles si occupa di piano preparato, celesta e armonio; il contrabbasso di Larry Grenadier e la superba batteria di Eric Harland fanno il resto. (Continua a leggere)