FREE FALL JAZZ

John Paritucci's Articles

Un titolo come ‘Angelic Warrior’ fa pensare a qualche terribile band AOR di second’ordine, però abbassate le armi, si tratta solo di una notarella stupida per fare una battutina. Perché il quarto album di Tia Fuller è a dir poco eccellente, forse addirittura meglio dei già ottimi predecessori. La ricetta è sempre la solita, il post-bop contemporaneo, dove l’aggettivo “contemporaneo” merita qualche parola in più. Si può parlare da un lato di eclettismo, per le diverse soluzioni adottate nei vari brani (la maggior parte originali), dall’altro di immersione nelle moderne sonorità della musica nera contemporanea (soul, funk, r’n'b, hip-hop, latin). Non è un percorso originale in assoluto, visto che lo praticano altri musicisti della stessa età, da Marcus Strickland a Ben Williams a Russel Gunn a Jason Moran ad altri ancora. E’ però la più praticabile via al rinnovamento sonoro del mainstream, quella che consente una rigenerazione del sound connettendolo con l’attualità senza perdere, allo stesso tempo, il piacere dell’ascolto e il legame con la storia del jazz. In quest’ottica Tia Fuller è ormai una maestra che meriterebbe ben altra considerazione. (Continua a leggere)