FREE FALL JAZZ

Jim Black's Articles

Non si faccia l’errore di cassare ‘The Veil’ solo come “l’ennesimo disco in cui sbuca Nels Cline”.  Stare dietro alle sue sterminate attività può diventare frustrante, non v’è dubbio (ne sanno qualcosa quelli del suo sito ufficiale, che hanno smesso di tenere il conto della discografia ormai nel 2005), ma se volete ascoltare solo una delle sue produzioni recenti (possiamo dirvi che l’uomo ha partecipato a circa una decina di titoli di vario genere solo nell’ultimo biennio), fate che sia questa. L’occasione è una manciata di serate, circa giugno 2009, presso The Stone (il locale newyorkese diretto dal buon Zorn), per le quali il chitarrista si circonda di brava gente: nello specifico, Tim Berne al contralto e Jim Black alla batteria. L’intesa e l’interplay lasciano letteralmente senza fiato:  i tre si cercano, si trovano, si punzecchiano e si cedono vicendevolmente la scena con la naturalezza propria dei grandi. Stilisticamente si parte con quel che ci si aspetterebbe: sguazzare liberi (appunto) tra free e avantgarde per circa un’ora di improvvisazione collettiva (seppur divisa in nove temi più o meno ben distinti) certamente figlia del citato Zorn, ma che nei momenti più “classici” rievoca il fantasma di Ayler (e a tratti anche il suo “pargolo degenere” Gayle) e minuto dopo minuto si svela assolutamente prodiga di sfumature e contaminazioni. (Continua a leggere)