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jazz classico 24 carati's Articles

Il leggendario pianista e bandleader australiano Graeme Bell, importantissimo per la diffusione del jazz nella terra dei canguri, dove aveva iniziato ad esibirsi negli anni ’30, se n’è andato ieri, 13 Giugno, in seguito al ricovero per un ictus. Tra un paio di mesi avrebbe compiuto la bellezza di 98 anni. Lo ricordiamo con un ottimo brano.

Un’autentica chicca questa saltata fuori su YouTube (caricata da tale utente Lindyhoppers, che, chiunque sia, ringraziamo sentitamente). Un video brevissimo (poco più di un minuto), ma un vero documento storico. Ne ignoriamo l’esatta provenienza, ma a occhio potrebbe essere parte di un vecchio cinegiornale. Il servizio introduce e ricapitola rapidamente gli highlights del Festival Internazionale Jazz di Sanremo del lontano 1956, presentando rarissimi spezzoni filmati di tre formazioni: il quintetto dell’eccellente trombettista Nunzio Rotondo (con, tra gli altri, Romano Mussolini al piano), il quintetto del sassofonista Glauco Masetti (altra “gloria” del vecchio jazz nostrano) e il clarinettista americano Albert Nicholas accompagnato dalla Milan College Jazz Society. Chissà se da qualche parte sopravvivono le bobine con riprese più complete.

Oggi che il jazz pre-bop viene idiotescamente negletto in favore di non si sa bene cosa, è più che mai importate rispolverare i colossi. Gente come Lester Young, che ha tracciato con apparente noncuranza una serie di vie fondamentali per l’evoluzione successiva del linguaggio jazzistico. Solitamente la parte Verve della carriera di Lester Young viene considerata di minor pregio rispetto al periodo con e parallelo alla militanza nell’orchestra di Count Basie, ma si tratta di un luogo comune e basta. Prova ne sia questa bella sessione, una data in trio incisa nel 1946, che vede Lester Young con Buddy Rich alla batteria e Aye Guy – ovvero Nat “King” Cole costretto a incidere sotto pseudonimo, probabilmente per motivi contrattuali – al pianoforte. Si tratta di un set fatto di standard e di un brano originale, il blues “Back To The Land“, firmato da Lester stesso. (Continua a leggere)