FREE FALL JAZZ

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E sia…la 19sima edizione del Jazz&wine si è conclusa. Il programma, quest’anno, dilatato per una settimana, anche se non consecutiva, presentava, come al solito, artisti e proposte interessantissime. Tralasciato l’appuntamento di domenica, con il Tinissima quartet di F. Bearzatti, si parte martedì al castello di Rubbia. (Continua a leggere)

Ecco finalmente sul mercato il disco di una formazione che all’epoca fece scalpore, ma registrò pochissimo. Rimasto nel cassetto per 30 anni, questo doppio CD del cosiddetto quartetto “europeo” di Keith Jarrett, con Jan Garbarek (sax e flauto), Palle Daniellson (basso) e Jon Christensen (batteria), determina i canoni esatti di cosa dovrebbe essere un quartetto! Registrato durante il tour del 1979 a Tokyo, nel quale nacque ‘Personal Mountains’, ‘Sleeper’ rende stupendamente bene l’affiatamento dei musicisti coinvolti. Jarrett, detto subito, suona benissimo, anzi di più, non che adesso non lo faccia, mentre le lunghe cavalcate di Garbarek sono il preludio a quella che sarà la sua ricerca musicale da lì a venire; la ritmica, superlativa, supporta il tutto con una leggerezza incredibile. I brani, che vanno dalla durata di 7 minuti a una ‘Oasis’ di ben oltre 28, lasciano bene intendere le potenzialità del gruppo: un lirismo virile, un interplay superbo, di cui forse lo stesso Jarrett sembra stupito con le sue esclamazioni di approvazione, e dove la musica scorre come un tranquillo ruscello di montagna (citazione?). Siamo al massimo, per il sottoscritto, della creatività del Jarrett più amato, quello lontano dalle bizze da rockstar, rinchiuso in una gabbia dorata, che cerca di ripetere, ma non raggiungere più tali vette. Un disco assolutamente da avere, ascoltare e riascoltare più volte, anche come modello per tanti, forse troppi gruppi tecnicamente bravi, ma senza il cuore necessario, che da queste note emerge prepotentemente. (Mau)