FREE FALL JAZZ

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Suono alla porta e mi apre Gail, che mi porta nella sala di registrazione, la Utility Muffin Research Kitchen.

Arriva Zappa con una tuta sformata, una Winston in bocca e una tazza di caffè in mano. Ci salutiamo e mi chiede di mostrargli le meduse. Gliele faccio vedere, ne parliamo un po’, e lui ne sceglie una, quella che sarebbe diventata Phialella zappai.

Non è solo la storia di come una specie di medusa si sia ritrovata il nome del buon vecchio Frank , ma qualcosa di più. La racconta in un articolo pubblicato su italia.allaboutjazz.com il biologo Ferdinando Boero. E ci è piaciuta così tanto che non potevamo esimerci dal condividerla. Tutto l’articolo potete leggerlo qui: prendetevi dieci minuti e mettetevi comodi. Ne vale la pena.

Oggi non ne abbiamo bene idea, ma pare proprio che negli anni ’30 e ’40 Tony Murena fosse una cosa enorme in terra francese: musicista famosissimo, acclamato e riverito con rispetto quasi sacrale per aver contribuito in maniera determinante allo sviluppo della cosiddetta french musette, proprio lui che francese non lo era neanche per sbaglio. Non ci era capitato per sua scelta, da quelle parti: era nato (nel 1917) a Borgotaro provincia di Parma, e le poche fonti disponibili ci raccontano che le alpi le attraversò in tenera età in compagnia della sua famiglia, emigranti in cerca di fortuna come tanti in quegli anni. L’incontro con la fisarmonica fu propiziato da uno zio, che gliene regalò una attorno al suo nono compleanno, sperando che il piccolo Antonio, per tutti Tony, seguisse le orme di suo cugino, Louis Ferrari, che suonando il medesimo strumento iniziava a farsi un nome nei locali parigini. È proprio quest’ultimo nei primi anni ’30 a introdurre gradualmente Murena, appena quindicenne (e impratichitosi anche col bandoneòn), nel giro delle serate musicali, quando ancora si stava facendo le ossa nei parchi e per le strade, busker ante litteram in compagnia di un giovanissimo amico con cui s’incrocerà spesso: il chitarrista Didi Duprat. (Continua a leggere)