FREE FALL JAZZ

Frank Lowe's Articles

Il primo lutto del 2013 è di quelli inaspettati. A soli 65 anni, ma dopo – scopro adesso – lunga malattia, se ne va Butch Morris, cornettista, ma, soprattutto, l’uomo della “conducted improvisation” (battezzata infine “conduction”).

Per parlare a fondo dell’idea che lo ha reso famoso sarebbe necessario un intero articolo a parte, ma a grandi linee funzionava così: di fronte a un ensemble di musicisti, Morris, proprio come un direttore d’orchestra, ma senza alcuno spartito, ne dirigeva l’assoluta improvvisazione. Dava il là indicando un tempo, dopodiché lasciava gli strumentisti liberi di creare in quel contesto e man mano, grazie a una serie di segni convenzionali, gli indicava la strada da seguire: ripetere una parte, ricordare una melodia da riproporre più avanti, aumentare o abbassare l’intensità e via così.

Le improvvisazioni traevano linfa non solo dal jazz, ma anche dalla musica classica e da quella moderna: in più occasioni si è ritrovato a condurre orchestre classiche, ma anche collettivi con DJ dediti allo scratching o suoni elettronici in generale. Tra i musicisti passati “sotto la sua bacchetta”, si contano John Zorn e il sottovalutato Frank Lowe (altro nome su cui prima o poi toccherà tornare).