FREE FALL JAZZ

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Non aspettatevi fuochi d’artificio da questa National Orchestra e non aspettatevi le invenzioni dei Lounge Lizard. Questo trio (!) con John Lurie al sax alto e tenore accompagnato da Grant Calvin Weston alla batteria e Billy Martin alle percussioni manca clamorosamente l’obiettivo. La musica, forse per la mancanza di un sostegno armonico e di una linea di basso, tende inevitabilmente a comporre uno stile molto tribale basato sulle percussioni. I pezzi, che potrebbero essere considerati come una parte di una suite, indubbiamente creano, con il notevole tappeto sonoro dei due percussionisti, una atmosfera arcaica da foresta vergine. Quello che purtroppo contrasta è la pochezza del sax del leader: suoni ruvidi, squittii, frasi reiterate e già ascoltate troppe volte nei corso degli anni. (Continua a leggere)

Kenny Garrett non ama starsene con le mani in mano, ed infatti eccolo già di ritorno con un nuovo disco a meno di un anno dal buon ‘Seeds From The Underground’. Il nuovo album conferma la prodezza sassofonistica del buon Kenny (dote che nessuno si sognerebbe di contestare!), le sue capacità di compositore, la brillante compattezza della sua band, ospiti inclusi, e pure certi difetti ormai endemici. Si parla, per essere chiari, della solita vena etno-world-spiritualista che annacqua, ora più ora meno, la discografia del nostro da una vita, come di certi momenti sin troppo easy-listening. Certo, potrebbe essere un problema strettamente personale, cioè dell’orecchio di chi scrive, ma l’amaro in bocca resta, sebbene per pochi brani: (Continua a leggere)