FREE FALL JAZZ

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Era da qualche tempo che meditavo di scrivere un articolo approfondendo un tema già più volte sfiorato su queste pagine: quello degli artisti – spesso in crisi di popolarità – che tentano di rifarsi una verginità e riqualificarsi agli occhi di un certo pubblico tentando la fatidica carta del disco jazz. All’estero sembra più una questione di entertainment (e in questo senso, nessuno meglio del grande David Lee Roth, uno che sembra nato tanto per cantare in un casinò di Las Vegas quanto su uno sterminato palco tra le cascate di scintille dei fuochi pirotecnici e quelle di watt delle chitarre elettriche), è infatti questo l’approccio che, a prescindere dalla bontà dei risultati (tutt’altro che entusiasmante), sembra animare dischi come quello di Robbie Williams o finanche quello di Paul McCartney, che si divertono a riproporre standard come se non ci fosse un domani. Qui da noi invece la “svolta jazz” spesso cela pretese non solo intellettuali ma anche narcisistiche. Sì, perchè di solito, e perdonateci la brutale generalizzazione, il cantautore di turno pretende di “diventare jazz” non andando a cimentarsi con i rassicuranti standard di cui sopra, bensì rileggendo il suo stesso repertorio con l’aggiunta di un contrabbasso e un po’ di plin plin plin pianistico, in attesa che qualcuno ci caschi e parli di “raggiunta maturità”. E puntualmente accade. (Continua a leggere)

Playlist succose questa settimana: dal divertente video scelto da Carlo Cimino alla chicca del “recente acquisto” Mau, che propone un video di Neneh Cherry & The Thing girato da lui stesso al festival di Ljubljana. Per il resto, cose ottime come sempre: buon ascolto, se il caldo non vi ha ancora liquefatti. O se siete con il cellulare sotto l’ombrellone.


Carlo Cimino

VICTOR BORGE


Dinahrose

PHILLY JOE JONES - Mo’ Joe (1968)

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