FREE FALL JAZZ

col basso elettrico ti fa lo slap e suona la chitarra come Frank Zapp’'s Articles

Col jazz c’entra solo di striscio e oggi, ventesimo anniversario della sua scomparsa, vedrete tributi un po’ ovunque in giro rete, ma noi di FFJ gli vogliamo bene e un piccolo post celebrativo se lo merita tutto.

Abbiamo scelto due video: il primo vede Frank Zappa e i suoi Mothers (assieme all’ospite Jean Luc Ponty al violino) su un palco parigino nel dicembre del 1970. Per vederlo dovete cliccare su questo link, perchè l’utente che lo ha caricato non permette di incorporarlo in altre pagine.

Il secondo è il Dub Room Special, video prodotto nel 1982  che presenta materiale live (esibizioni del ’74 e dell’81), interviste e strane sequenze animate.

Che le influenze musicali di Robert Trujillo, da circa dieci anni bassista dei Metallica, andassero oltre i classici del rock era già intuibile dallo stile virtuoso e funky adottato in progetti precedenti come gli immensi Infectious Grooves. Ciò non toglie che sia curioso e singolare apprendere da USA Today che il bassista americano è il finanziatore di un imminente documentario sulla vita di Jaco Pastorious. L’articolo originale (scritto da Petras Makulas) è visibile qui, ma come al solito ve ne offriamo anche una pronta traduzione di seguito:

SAN RAFAEL, Calif. – Se vi suona strano che una star del metal stia finanziando un film su un virtuoso del jazz, allora ci sono un paio di cose che dovete imparare su Robert Trujillo dei Metallica e sul compianto bassista Jaco Pastorious.

“Quando ero un ragazzino - racconta Trujillo - Jaco era il mio idolo. Ascoltarlo era come sentire per la prima volta Eddie Van Halen suonare ‘Eruption’. Stai lì e pensi: ‘Che razza di strumento è?” (Continua a leggere)


Suono alla porta e mi apre Gail, che mi porta nella sala di registrazione, la Utility Muffin Research Kitchen.

Arriva Zappa con una tuta sformata, una Winston in bocca e una tazza di caffè in mano. Ci salutiamo e mi chiede di mostrargli le meduse. Gliele faccio vedere, ne parliamo un po’, e lui ne sceglie una, quella che sarebbe diventata Phialella zappai.

Non è solo la storia di come una specie di medusa si sia ritrovata il nome del buon vecchio Frank , ma qualcosa di più. La racconta in un articolo pubblicato su italia.allaboutjazz.com il biologo Ferdinando Boero. E ci è piaciuta così tanto che non potevamo esimerci dal condividerla. Tutto l’articolo potete leggerlo qui: prendetevi dieci minuti e mettetevi comodi. Ne vale la pena.