FREE FALL JAZZ

Charlie Parker's Articles

Vent’anni fa, tra il 23 e il 24 Giugno del 1993, si spegneva a soli 36 anni l’altosassofonista capitolino Massimo Urbani. Nonostante il comprovato talento, in vita aveva raccolto meno del dovuto, e anche nei primi anni successivi alla sua scomparsa sembrava destinato a rimanere culto per pochi eletti. Un prestigioso premio per giovani jazzisti venne istituito in suo nome nel 1996, e fu il primo passo di una progressiva riscoperta della sua figura, spesso mitizzata e accostata con leggerezza a quella di Charlie Parker. Di certo l’influenza di quest’ultimo è stata importantissima per la musica di Urbani, che per giunta, proprio come Parker, se n’è andato giovanissimo dopo qualche eccesso di troppo, ma, tolto ciò, parliamo di altri posti, altre epoche, altro tutto. Ben venga comunque questa sorta di “mitizzazione” se può rivelarsi utile al recupero della musica vera e propria: meglio tardi che mai verrebbe da dire. (Continua a leggere)

Nella bella collocazione di Villa Leoni, torna, con tutte le difficoltà del caso, JAM – Jazz a Mira, oltre che con i concerti, anche con attività collaterali come la bella mostra fotografica di Luca D’Agostino, dibattiti sul futuro di questa musica (particolarmente interessante quello su SIAE, Enpals, ecc…) e inoltre una rassegna “collegata”,  quella sui vini, che sta diventando un po’ un trait d’union con il jazz. Nicola Fazzini ha avuto il merito di una ottima organizzazione (supportato dalla scuola di Musica Thelonious Monk, dall’associazione Keptorchestra e da Radio Ca Foscari), ma soprattutto di invitare il Trio di Steve Lehman, di passaggio in Italia. La presenza del compositore e sassofonista nuovaiorchese al Teatro Villa Dei Leoni ci permette di avere un’immagine dell’attività musicale della sua città. (Continua a leggere)

Introdotta durante gli anni del proibizionismo, la cabaret card era un espediente delle autorità newyorkesi per controllare chiunque (musicisti inclusi) avesse intenzione di lavorare nei night club della Grande Mela. In pratica, i titolari venivano schedati in cambio della suddetta licenza, la quale poteva essere revocata a discrezione del dipartimento di polizia locale. Qualcuno rifiutò di piegarsi all’imposizione (Frank Sinatra ad esempio pare abbia evitato di esibirsi a New York fino all’abolizione della card nel 1967), tanti altri la accettarono, e alcuni, come Charlie Parker o J. J. Johnson, dovettero anche combattere dopo essersela vista revocare. (Continua a leggere)

A circa 9 anni e mezzo dalla scomparsa del grande “Bird”, il network televisivo tedesco SWR decise di produrre una trasmissione speciale per omaggiarlo. L’idea era convocare un cast di alto livello per riproporre davanti alle telecamere alcuni dei brani che avevano reso immortale Charlie Parker: per quest’appuntamento settimanale vi proponiamo Sonny Stitt (contralto), Walter Bishop (piano), Tommy Potter (contrabbasso) e Kenny Clarke (batteria) alle prese con una toccante versione di ‘Lover Man’. Ad onor di precisione, segnaliamo che nel resto dell’esibizione (registrata nell’Ottobre 1964) la formazione era arricchita da altri due pezzi da novanta:  Howard McGhee (tromba) e J.J. Johnson (trombone).