FREE FALL JAZZ

Cannonball Adderley's Articles

Da oggi parte l’ora legale, quindi potrete permettervi di passare la mezz’ora guadagnata a vedere ed ascoltare il sestetto di Cannonball Adderley, vero?


Fa troppo caldo per uscire e non vi passa neanche per la testa di scollare il fondoschiena dalla sedia strategicamente piazzata davanti al ventilatore? Nessun problema, Free Fall Jazz pensa anche a voi. Anzichè perdere tempo con zapping senza meta o clic ossessivi per scoprire le ultime di Alfonso Luigi Marra su un certo film, godetevi questo post. Settanta minuti di quello che è con ogni probabilità il miglior sestetto mai guidato dal grande Cannonball Adderley: suo fratello Nat alla cornetta, Yusuf Lateef al tenore, Joe Zawinul al piano, Sam Jones al basso e Louis Hayes alla batteria. Oltre, ovviamente, all’inconfondibile contralto del leader. La formazione ha regalato una manciata di validissimi live album nei primi anni ’60 (‘Jazz Workshop Revisited’ e ‘The Cannonball Adderley Sextet In New York’ i più noti, sebbene meritevoli anche quelli “minori” tratti dai concerti del tour giapponese), ma in questo caso è possibile “completare l’esperienza” e vederla anche all’opera oltre che ascoltarla.

Il video parla di concerto in Germania nel Marzo del ’63, le immagini però dovrebbero essere state in realtà registrate durante una data di Lugano nel medesimo periodo.

La scaletta parla da sé: Jessica’s Birthday / Angel Eyes / Jive Samba / Bohemia After Dark / Dizzy’s Business / Trouble In Mind / Work Song / Unit 7

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Da un’idea della nostra Dinahrose, inauguriamo oggi una nuova rubrica dalla cadenza regolarmente variabile (insomma, ormai ci conoscete). Oggetto della suddetta saranno i volumi, quelli misurati in pagine piuttosto che decibel, imparentati in maniera più o meno diretta con la “nostra” musica. Senza andare (ancora) a pescare chissà quale tomo dimenticato da tutti i cataloghi, dedichiamo questa prima puntata a un titolo acquistabile senza patemi in tutte le librerie. In realtà,nel caso specifico, da leggere c’è davvero poco: ‘A memoria di jazz’ è infatti un lavoro soprattutto fotografico. Hervé Gloaguen, il suo autore, è un fotogiornalista francese appassionato di musica, che ha avuto la fortuna di svolgere la sua gavetta, tra Parigi e New Orleans, negli anni ’60, periodo che gli ha permesso di assistere dal vivo, pellicola alla mano, alle esibizioni di praticamente tutti i più grandi interpreti di jazz. Oggi sessanta (numero a caso?) di quegli scatti sono raccolti in questo volumetto rigorosamente in bianco e nero e assolutamente spettacolare a vedersi: formato A5 (circa), copertina rigida, carta patinata di ottimo spessore.

Il periodo cruciale ha permesso all’autore di incrociare musicisti appartenenti a generazioni musicali differenti, e dunque tramite i personaggi raffigurati risulta possibile ripercorrere, seppure a grandi linee, la storia e l’evoluzione di un intero genere (Continua a leggere)