FREE FALL JAZZ

Bobby Hutcherson's Articles

Se n’è andato ieri notte pure il grande Bobby Hutcherson, per complicazioni da enfisema polmonare. Aveva 75 anni. Hutcherson fu il maggiore dei vibrafonisti post-Milt Jackson e l’uomo che ridisegnò lo strumento per il successivo cammino del jazz. (Continua a leggere)

Autore di uno dei dischi più belli del 2014, Bobby Hutcherson è un vero maestro non apprezzato come meriterebbe. E se la Blue Note ha avuto il merito e la lungimiranza di riportarlo all’attenzione del pubblico, questo non significa che negli anni precedenti non combinasse niente. Lo testimonia, per esempio, questo bel concerto registrato in Germania nel giugno 2007.


Per risalire all’ultima uscita su Blue Note di Bobby Hutcherson dobbiamo tornare indietro addirittura al 1977, anno dell’ottimo, dimenticato ‘Knucklebean’, in cui il vibrafonista californiano chiamava a sé il mai troppo lodato Freddie Hubbard (il quale navigava in un momento artistico tutt’altro che felice), riportandolo ai livelli che gli competono. L’inaspettato ritorno alla casa madre è stato accolto con un certo clamore; in particolare, molti si aspettavano un ritorno alle sonorità piuttosto elaborate che fecero la fortuna dei suoi capolavori per l’etichetta oggi diretta da Don Was. ‘Enjoy The View’ però non suona come una fotocopia sbiadita di ‘Dialogues’ o ‘Components’, e per fortuna aggiungerei. Agli anni ’60 semmai guarda in altri modi (soul jazz soprattutto, ma anche hard bop e jazz modale), riuscendo a brillare di luce propria con le sue atmosfere “notturne” e rilassate eppure coinvolgenti. (Continua a leggere)

C’è chi preferisce la Verve, chi la Savoy, chi la Impulse e chi la ACT (tipo Martino Spreafico), ma se c’è una casa discografica che nell’immaginario comune è sinonimo di jazz, quella è la Blue Note. (Continua a leggere)