FREE FALL JAZZ

Billy Cobham's Articles

Nei primi anni ’90 l’arrivo dei cut out (dalle nostre parti meglio noti come “forati”) fu una piccola manna dal cielo. Ero solo un bambinetto, ma la fame di nuova musica era tanta e i quattrini, ovviamente, pochi, dunque poter andare in negozio e portare a casa qualcosa di nuovo con sole cinquemila lirette era una novità a dir poco eccitante. E poi quelle enormi scatole di cartone che contenevano i CD erano bellissime a vedersi. A prima vista sembrava potessero contenerne addirittura due o tre, ma, considerando il prezzo, anche realizzare che in realtà ne racchiudevano solo uno non era certo un cattivo affare. Anni dopo scoprii che quelle scatole avevano uno scopo ben preciso: l’altezza di dodici pollici permetteva di poterle disporre negli stessi espositori utilizzati per i vinili, favorendo la “riconversione” dei negozi dopo l’arrivo sul mercato dei compact disc. (Continua a leggere)

Freghiamo il nome per questa nuova rubrica più o meno regolare a uno dei dischi di Billy Cobham nella sua fase più riccardona (di cui prossimamente vi accenneremo pure in un’altra rubrica, chiediamo scusa in anticipo), nonché a un disco di Gary Burton ascrivibile, seppure in misura minore, alla medesima “categoria concettuale”: spero ci perdonino. Il nocciolo della questione è video seri per gente seria, e iniziamo la rassegna con un giovane Bill Cosby che parla di batteria jazz. Che poi è anche un modo per risarcire moralmente quelli che, come noi, sono rimasti traumatizzati nello scoprire che in America i Robinson facevano di cognome Huxtable.