FREE FALL JAZZ

A Taste Of India's Articles

In seguito alla recensione del bellissimo ‘Gamak’ siamo stati letteralmente tempestati di richieste per altri articoli sul sassofonista newyorkese. Ok, non è affatto vero, però avendo reperito l’esibizione del quartetto di Rudresh all’interno del Winter Jazz Fest di New York, nel gennaio del 2012, pensiamo di fare cosa gradita riproponendovela qui in due spezzoni.



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Il jazz è musica metropolitana e cosmopolita, lo si dice fin dai tempi del nonno di King Oliver. Ebbene, il percorso musicale di Rudresh Mahanthappa incarna in maniera davvero esemplare questo concetto. Sassofonista americano di origini indiane, nel corso della sua carriera Rudresh ha seguito un percorso simile a quello del primo quartetto Masada (affermazione tutta mia da prendere cum grano salis, e a tonnellate): come John Zorn ha assorbito e rigenerato nel jazz la musica ebraica trasformandola in una nuova musica ebraica contemporanea, così ha fatto lui, inglobando nel jazz moderno la musica indiana e inserendo il risultato nel contesto più ampio della musica americana di oggi, dal funk all’hip hop al rock al blues, e non solo. (Continua a leggere)

I necrologi sui maggiori media nostrani da stamattina presentano Ravi Shankar, scomparso ieri per complicazioni in seguito a un intervento chirurgico, solo come “colui che ispirò i Beatles”, aggiungendo “che però anche qualche canzone dei Rolling Stones”. I più arditi, ma solo loro, aggiungono al limite che Norah Jones è sua figlia o del concerto per il Bangladesh.

Ovviamente noi ci allineiamo e vi presentiamo Ravi Shankar (o Schenker, come lo chiama il nostro conduttore preferito) come quello che una volta è stato ospite allo show di Krusty il clown (notoriamente estimatore del concerto per il Bangladesh). E basta.